Al di là della scena pop, della musica commerciale e delle fattezze artistiche più inclini a dominare la scena mediatica, c’è una donna che impressiona un talento incredibile che ha ampiamente valicato i confini nazionali: Beatrice Venezi. Classe 1990, si è affermata come direttrice d’orchestra non solo nel nostro Paese ma soprattutto in ambito internazionale.



La passione per la musica è innata; Beatrice Venezi inizia da giovanissima a coltivare il suo talento partendo dagli studi di pianoforte e diplomandosi presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali Rinaldi Franci di Siena. L’evento che ha consacrato la direttrice d’orchestra risale forse al 2018: in occasione del Lucca Summer Festival ottenne un tripudio condiviso tra critica nazionale e internazionale per un magistrale tributo a Puccini in occasione del suo 160° anniversario.



Beatrice Venezi tra maternità e fidanzato ‘misterioso’: “Un cantante mi disse che…”

A testimoniare l’ascesa artistica e professionale di Beatrice Venezi come direttrice d’orchestra è da menzionare anche la citazione di Forbes che, come riporta TrenOnline, nel 2018 la inserì nella classifica dei 100 leader del futuro under 30. Una testimonianza eloquente di come anche l’attenzione internazionale abbia ben compreso le potenzialità artistiche e comunicative di Beatrice Venezi.

Ma cosa sappiamo della vita privata di Beatrice Venezi? La direttrice d’orchestra è molto riservata ed è difficile desumere con certezza dalle informazioni reperibili se abbia un marito o un fidanzato. Diverse fonti online confermano la presenza di una dolce metà ‘misteriosa’. L’artista è infatti particolarmente discreta e non ama ostentare la propria quotidianità. A prescindere dall’identità ignota del presunto fidanzato di Beatrice Venezi, sappiamo però di uno spiccato senso materno che presto vorrebbe concretizzare. “Prima o poi un figlio lo vorrei” – ha raccontato a Vanity Fair in un’intervista del passato – “Un giorno un cantante mi ha detto: ‘Sarai un’ottima madre, si vede dal modo in cui ti prendi cura delle persone con cui lavori’. Forse, una donna può fare la differenza anche così”.