Cristiana De Filippis, eletta fra le 30 migliori matematiche d’Europa, è stata ospite stamane del programma di Rai Uno, Uno Mattina in Famiglia: “Mi sono accorta attorno alle scuole medie che la matematica mi veniva facile senza un grosso sforzo – ha spiegato – potevo costruirmi delle soluzioni da me, e poi c’è un briciolo di creatività che non guasta mai. Quando c’è un problema più complicato, se c’è una base ti permette di costruire una blocco di idee, e questa è la parte più interessante della matematica”. Cristiana De Filippis ha continuato: “A me piace la parte di analisi che è quello che adesso è il mio mestiere sostanzialmente. Ciò che si studia al liceo può dare uno spaccato di quello che è la materia vera, ma c’è un gap di astrazione fra il liceo e l’università, anche se chiaramente dipende dal docente”.
E ancora: “Io non ero secchina, i compiti li passavo senza nessun problema”. Cristiana De Filippis si è diplomata a Matera, poi si è trasferita a Milano, Torino quindi ad Oxford: “Sono tutte tappe che hanno inciso nella mia carriera, sono tutti posti di qualità e l’intelligenza sta nell’apprendere il massimo di ogni posto, a Torino ho conosciuto ad esempio la prof Susanna Terracini che è una personalità di primissimo livello”. Ad un certo punto Cristiana De Filippis, nonostante avesse offerte all’estero, ha deciso di tornare in Italia: “Sono stata attratta dall’alta qualità della nostra ricerca. Da noi non si investe molto e a livello di stipendi non siamo competitivi ma il livello di qualità della ricerca è altissimo e questo mi ha attirato molto, spingendomi a lavorare al gruppo di Parma”.
CRISTIANA DE FILIPPIS: “LA MATEMATICA E’ UNA COSTANTE IN EVOLUZIONE”
Di nuovo sulla ricerca: “La matematica è in costante evoluzione, il lavoro del ricercatore ad un certo livello è molto meditativo, fatto di mesi e mesi in cui si pensa ad un problema, lo si prova ad interpretare con nuove tecniche e poi bisogna tenersi in costante aggiornamento”. Ma la matematica può aiutare nell’affrontare i temi del presente? “Ti può dare categorie astratte per interpretare in maniera ottimale la realtà. Esempio banale è il covid, durante la pandemia si parlava di numeri, dati, crescita esponenziale. Il problema è stato avere il concetto della crescita esponenziale e non averlo ha portato una forte espansione della pandemia”.
Poi Cristiana De Felippis ha aggiunto: “Cosa vuol dire che un ragazzo non è portato per la matematica? Secondo me ha poco senso dirlo. A elementari e medie è troppo presto riuscire a prevedere un percorso per un ragazzo. Può non essere interessato ad un argomento ma bollare i bambini mi sembra una cosa…”. Chiusura sulla possibilità di ottenere la medaglia Fields, il Nobel per i giovani matematici: “Per me probabilità zero è questione di risultati ma anche di contingenza astrale”.