Chi era Dario Fo? Perché si definiva un “Giullare”?
Dario Fo, classe 1926, è stato un drammaturgo, attore, regista, scrittore, pittore, attivista, comico e molto altro, un’artista a tutto tondo che si è sempre definito come “Giullare”. Si è distinto per essere uno dei maggiori attori del teatro italiano, in particolare della “Commedia dell’arte”, ma com’è nata la sua passione?
A Fanpage, alla veneranda età di 90 anni, Dario Fo aveva raccontato: “Da piccolo ho avuto la fortuna di incappare in una grande quantità di ragazzini che non erano nati in Italia e si cercava di comunicare ma come? Soprattutto con parole nuove. Ho acquisito degli elementi fondamentali del linguaggio che sono quelli su cui poi ho impostato il mio studio della rappresentazione. Ho scoperto che l’onomatopea, una parola che somiglia molto a un gesto, è molto importante ed è stata fondamentale per me nel teatro”. “Semplice, diretto, essenziale”, è così che Dario Fo ha descritto “il suo teatro”, si è sempre definito un “Giullare” perché “i giullari medievali risollevavano la dignità degli oppressi”, per aiutare gli oppressi Dario Fo fu anche un attivista del Soccorso Rosso Militante e nel 1997 vinse il Premio Nobel per la letteratura.
Com’è morto Dario Fo? Aveva paura?
Dario Fo ebbe un successo straordinario e fu affiancato per molti anni dall’amata moglie Franca Rame. In quasi tutti i suoi più grandi successi, l’attore si prende gioco del mondo ecclesiastico e della morale borghese e tutte le opere sono caratterizzate da valori sociali e politici; una delle più celebri fu “Mistero Buffo” (1969): “giullarata popolare in lingua padana del ‘400”.
Il grande Dario Fo è morto il 13 ottobre 2016 all’età di 90 anni a causa di una crisi respiratoria; a La Repubblica aveva dichiarato qualche anno prima: “Se mi capitasse qualcosa dite che ho fatto di tutto per campare”. Nello stesso anno della sua morte, Dario Fo aveva parlato del tema della morte in molte interviste, a Fanpage in particolare aveva dichiarato: “Non temo la morte. Dialogo anche di questa situazione con me stesso. Io non ho accettato l’idea della vita eterna, della possibilità di godere di un paradiso, non ci credo, sono un ateo rigoroso. Io amo tantissimo la vita, la mia canzone è ‘Son contento di morire ma mi dispiace’, mi dispiace perché tutto quello che trovo nella vita, in ogni momento, mi esalta e mi fa dire ‘vai avanti, racconta ancora, facci ridere’”.