Diletta Bellotti, l’impegno costante in favore dei braccianti e contro lo sfruttamento

Le società odierne, al netto dello sviluppo contemporaneo e delle innovazioni dal punto di vista delle interazioni umane, sono ancora oggi “macchiate” da tendenze, azioni e sistemi a discapito dei diritti umani e civili. Dalle tematiche ambientali al caporalato, passando per questioni di giustizia e dignità nel contesto delle campagne italiane; sono tutte preoccupazioni che fanno capo alla brillante azione da attivista di Diletta Bellotti.



Nata nel 1995, Diletta Bellotti ha conseguito una laurea in Diritti Umani e Migrazione alla University of Kent; successivamente si è specializzata nel contesto della lotta alle agromafie. Troppo poco si parla e si sensibilizza sul tema dello sfruttamento dei braccianti, dei lavoratori agricoli; lo sa bene proprio la giovane attivista che dal 2019 ha dato vita ad una campagna di sensibilizzazione e informazione denominata “Pomodori Rosso Sangue”. Oltre ad essere dal 2020 ricercatrice per la Fondazione Osservatorio Agromafie ha di recente scritto un libro sul tema: “The Rebel Toolkit”.



Diletta Bellotti, il “vuoto” del caporalato e delle mafie: “L’assenza di regole da vita alle irregolarità…”

Diletta Bellotti – attivista politica impegnata con i temi di giustizia e dignità nelle campagne italiane – non arretra di un centimetro rispetto alla mancanza di attenzione e rimedi efficaci rispetto al tema bruciante del caporalato. In un’intervista riportata dal portale Onde Alte, ebbe modo di spiegare diversi aspetti della sua lotta costante, degli ideali che smuovono il suo agire e soprattutto di quali siano le condizioni di degrado che flagellano le migliaia di lavoratori sottoposti a condizioni degradanti dal punto di vista della dignità e dei diritti umani. “Il caporalato è una forma di mediazione illegale del lavoro; il caporale regola la manodopera percependo una tangente, uno stipendio, irregolarmente… Ma la cosa più importante è che riempie un vuoto; il vuoto è uno snodo centrale nei lavori irregolari“. Questa la magistrale spiegazione di Diletta Bellotti, che ha aggiunto: “Dove non ci sono regole, nasce l’irregolarità. Un esempio sono le mafie, anche queste nascono per riempire un vuoto, possono essere considerate un vuoto istituzionale“.



Nel prosieguo dell’intervista per Onde Alte – riportata dal portale – Diletta Bellotti ha anche raccontato quale sia l’auspicio rispetto agli effetti della sua magistrale opera di attivista. “Per me è importante avere un impatto positivo anche su poche persone, ma in maniera molto profonda. Io stessa sono stata ispirata e radicalizzata da persone a me care. Ognuno porta un pezzo, anche perchè alcune persone possono essere più preparate su alcuni temi, altre su altri”. Su come la sua attività abbia potuto cambiare la sua vita, Diletta Bellotti ha invece raccontato: “Non credo che mi abbia cambiata, ma mi ha rimesso in contatto con una sensibilità che ho sempre avuto, che mi è arrivata tantissimo dalla letteratura. Sono cresciuta leggendo molto, il che mi ha trasmesso sensibilità diverse e un’empatia molto forte“.