L’omicidio di Giulia Cecchettin ha scosso l’Italia intera e la sua famiglia ha scelto di stare in prima linea contro la violenza sulle donne nonostante il dolore per la sua morte. Una delle voci di punta della battaglia per sostenere le vittime appartiene a Elena Cecchettin, sorella della studentessa 22enne che, insieme al papà Gino Cecchettin, nei tragici giorni delle ricerche ha rilanciato appelli dietro appelli sui social e in tv per ritrovarla. Il drammatico epilogo è arrivato con la scoperta del corpo di Giulia Cecchettin nei pressi del lago di Barcis (Pordenone), uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta poi rintracciato in Germania e arrestato.
Elena Cecchettin da tempo non vive a Vigonovo, in provincia di Venezia, insieme alla famiglia ma si trova in Austria per motivi di studio. Appena appreso della scomparsa di Giulia, si è precipitata a casa per seguire la vicenda da vicino e sostenere i suoi cari. Lei è la maggiore, seguita da Giulia Cecchettin e dal fratello minore, Davide. Insieme a loro ha affrontato un altro dramma pochi mesi prima dell’omicidio di Giulia, un lutto che ha segnato il loro cuore e la comunità in cui sono cresciuti esattamente nell’ottobre 2022.
Elena Cecchettin, la morte della mamma un anno prima dell’omicidio della sorella Giulia
La famiglia di Giulia ed Elena Cecchettin nel 2022 ha affrontato il lutto per la morte della mamma, Monica Camerotto, venuta a mancare nel mese di ottobre all’età di 51 anni dopo una lunga malattia. Il dramma è avvenuto un anno prima dell’omicidio di Giulia Cecchettin, assassinata dall’ex fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre scorso e trovata senza vita in un canale nei pressi del lago di Barcis.
Il delitto è avvenuto mentre Giulia e i suoi cari si preparavano a festeggiare la sua laurea in Ingegneria biomedica, fissata per il 16 novembre all’Università di Padova. Poco prima di morire, la 22enne aveva scambiato alcuni messaggi con sua sorella Elena Cecchettin per valutare l’abbigliamento da indossare nel giorno della cerimonia. Poi il buio e l’orrore. Dopo la morte di Giulia, Elena Cecchettin ha scritto una lettera in cui ha espresso il suo punto di vista sull’accaduto: “Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I ‘mostri’ non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro. (…) Il femminicidio è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto“.