Oggi è una donna di grande successo, Etòile dell’Opéra de Paris e direttrice del corpo di ballo e della scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, ma il passato di Eleonora Abbagnato racconta grandissimi sacrifici e gavetta. E’ una bella storia di successo quella della leggendaria danzatrice che per spiccare il volo lottò contro tutto e tutti, credendo sempre in se stessa e nel duro lavoro quotidiani. A soli undici anni, infatti, Eleonora asciò la sua terra, la Sicilia, per raggiungere la Francia e mettersi al lavoro per costruire una carriera importante.
Un passato che inevitabilmente spiega il presente, fatto di prestigiosi riconoscimenti e consensi totali. In una intervista rilasciata a Vanity Fair, la celebre ballerina ha parlato dei suoi trascorsi, sottolineando l’importanza della tenacia e della perseveranza. “Io da bambina ero sempre felice, volevo arrivare al mio obiettivo, ma soffrivo molto la lontananza della mia famiglia. Se piangevo, lo facevo di nascosto”, confida.
Eleonora Abbagnato, dalla gavetta al successo: “Vissuti momenti splendidi”
“La danza è sacrifico perché è un percorso duro, occorre lavorare molti e ci sono tanti momenti in cui si è soli. Sono degli sforzi differenti da uno sportivo, perché il mondo della danza è fatto anche di invida. Io ero chiamata la piccola mafiosa, ero l’unica italiana all’Opéra de Paris”, ricorda Eleonora Abbagnato sulle pagine di Vanity. Oggi Eleonora Abbagnato è Etòile dell’Opéra de Paris e direttrice del corpo di ballo e della scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, dunque un’eccellenza internazionale.
Eppure anche lei in passato ha avuto momenti di sconforto, episodi che hanno finito per inaridire il suo carattere. “Ma in fondo è giusto così – precisa Eleonora – per raggiungere risultati importanti occorre lavorare”. La ballerina spiega di aver avuto dalla sua parte tanti coreografi nella sua carriera, persone che hanno creduto in lei: “Ho vissuto momenti splendidi e se non piacevo a qualcuno, non mi è stato detto”, conclude.