Enrico Riziero Galvaligi, l’impegno in guerra e l’amicizia con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Enrico Riziero Galvaligi è stato un personaggio esemplare delle forze dell’ordine italiane, generale dei Carabinieri e impegnato con onore da giovanissimo nel corso della Seconda guerra mondiale. Nato nel 1920 a Solbiate Arno, a soli 20 anni si distinse nel secondo conflitto mondiale riuscendo eroicamente a salvare la vita ad un comandante dei Carabinieri, compagine nella quale entrò stabilmente a partire dal ’42. L’anno successivo fu arrestato dai tedeschi a causa del suo rifiuto di aderire alla Repubblica Sociale, riuscendo però a fuggire poco dopo schierandosi al fianco dei partigiani nella Resistenza.



Enrico Riziero Galvaligi, sempre nel corso della Seconda guerra mondiale, ebbe un ruolo fondamentale in un tremendo scontro a fuoco contro un gruppo di ribelli. L’impresa datata 1943 gli valse la medaglia d’argento al valor militare. Terminata l’esperienza bellica inizia il suo sodalizio professionale e affettivo con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, conosciuto a Roma nel 1949. L’impegno al suo fianco lo porterà a salire di grado più volte, da capitano a generale di brigata nel 1975. Nel ’77 fu proprio il generale Dalla Chiesa a nominarlo vicecomandante del Coordinamento dei Servizi di sicurezza per gli istituti di prevenzione e pena. Il suo impegno nel ruolo fu decisivo in occasione della rivolta di Trani del 1980, in carcere; in quell’occasione Enrico Riziero Galvaligi riuscì a porre fine alla rivolta senza che nessuno perdesse la vita.



Enrico Riziero Galvaligi, vittima della vendetta delle Brigate Rosse

L’impresa del 1980 nel carcere di Trani costò la vita al generale Enrico Riziero Galvaligi; lo smacco subito dalle forze sovversive delle Brigate Rosse fu considerato eccessivo e il movimento di estrema sinistra attese ben poco prima di vendicare gli eventi. L’eroico generale dei Carabinieri si trovava all’ingresso della sua abitazione proprio lo stesso anno, il 31 dicembre, quando due terroristi delle BR lo assassinarono.

Remo Pancelli e Pietro Vanzi furono gli autori di quel terribile atto; i due terroristi delle Brigate Rosse si presentarono presso l’abitazione del generale dei Carabinieri Enrico Riziero Galvaligi con un falsa identità. Si finsero infatti due semplici fattorini intenti a consegnare una strenna di Capodanno. La rivendicazione del terribile delitto non si fece attendere; proprio i diretti interessati fecero arrivare la notizia ai giornali di maggior spicco, collegando il tutto anche al rapimento del giudice D’Urso. Solo due anni fa, nel 2021, le forze dell’ordine italiane sono riuscite nell’arresto delle ultime due componenti del movimento di estrema sinistra che ordirono l’assassinio del generale Riziero Galvaligi. Si trattava di Roberta Cappelli e Marina Petrella, entrambe trovate in Francia.