CHI È ERWIN STRICKER? “VALANGA AZZURRA” NATA CON 5 SCIATORI ITALIANI NELLE PRIME…
Chi è Erwin Stricker de “La Valanga Azzurra”? Questa sera, nella fascia prime time di Rai 3, per il penultimo appuntamento dell’anno il servizio pubblico propone il documentario di Giovanni Veronesi dedicato alla fase d’oro dello sci alpino italiano negli Anni Settanta, una parabola di risultati e anche umana irripetibile sotto la supervisione del tecnico Mario Cotelli e che, dietro le figure carismatiche che la capitanavano (Gustav Thoeni e Piero Gros), racchiude un cofanetto di storie e volti che meritano di essere conosciuti. E, raccontando cos’era la nazionale di sci in quel decennio e come mai ebbe così tanto successo, restando nell’immaginario collettivo, possiamo focalizzarci qui sullo scoprire chi è Erwin Stricker, uno degli elementi di spicco di un gruppo che fece sognare una generazione di aficionados delle piste innevate…
Per raccontar chi è Erwin Stricker, uno dei protagonisti del documentario “La Valanga Azzurra” che ci apprestiamo a vedere su Rai 3 (ore 21.20) -dei suoi colleghi Helmuth Schmalzl e Tino Pietrogiovanna parliamo in due ritratti a parte- dobbiamo contestualizzare questo fenomeno almeno una volta: questa felice espressione, rimasta nel linguaggio giornalistico e capace di travalicare i confini dell’ambito sportivo, fu usata a metà Anni Settanta da ‘La Gazzetta dello Sport’ da Massimo Di Marco per commentare una gara di slalom nella Germania Ovest e in cui, cosa mai accaduta prima, una singola nazione si accaparrò le prime cinque posizioni: Gros, Thoeni, Stricker, Schmalzl e Pietrogovanna, questo l’ordine di arrivo che ebbe non solo una grande eco a livello internazionale ma diede pure il ‘la’ a questa leggenda in bianco. Ma chi è Erwin Stricker e cosa sappiamo di questo fenomeno dello sci, scomparso qualche anno fa?
STRICKER, IL RICORDO DI THOENI: “CORAGGIOSO IN PISTA E ANCHE UN PIONIERE IN…”
Classe 1950 e morto nel settembre del 2010 all’età di appena sessant’anni, quello che fu definito come “il cavallo pazzo dello sci” è una figura oggi forse meno conosciuta dagli appassionati più giovani degli sport invernali ma resta importante per alcune innovazioni che portò personalmente alla disciplina e per il suo carisma. Per raccontare chi è Erwin Stricker partiamo dalla sua biografia e carriera, completando questo breve ritratto con il ricordo dei suoi colleghi della “Valanga Azzurra” e con alcune cronache dell’epoca. Nato in Austria, entrò nei ranghi della Nazionale italiana nel 1969, ottenendo importanti podi, oltre allo storico terzo posto nella sopra citata gara tedesca del 1974. Alcuni gravi infortuni purtroppo ne mirarono la carriera: da qui il ritiro dall’agonismo a soli 28 anni nel 1978, dopo aver vinto l’oro nella combinata ai Campionati italiani dell’anno prima.
Come accennato, per ricordare chi è Erwin Stricker, diventato un imprenditore dopo aver detto addio allo sci, vanno menzionate alcune innovazioni tra cui le ginocchiere che lo contraddistinguevano e un bastone aquilineo utilizzato nella discesa libera, oltre a indossare un casco aerodinamico. Il nickname “cavallo pazzo” gli venne affibbiato per lo stile sempre generoso, irruento e aggressivo nella discesa, pur difettando in alcuni fondamentali tecnici rispetto agli altri compagni della “Valanga”. La scomparsa prematura arriverà poi nel 2010 a causa di un malore improvviso dovuto a un tumore cerebrale. “Se n’è andato un amico, uno che come pochi amava la neve e lo sci, un uomo coraggioso ed un pioniere capace sempre di innovare”: così Gustav Thoeni all’indomani della sua morte, parlando di un uomo coraggioso (celebri le sue cadute, NdR) ma la capacità di disimpegnarsi in tutte le discipline dello sci e di far interloquire per la prima volta quello sport con il mondo delle aziende specializzate di settore.