Fru torna a Pechino Express 2024 da inviato

Fru dei The Jackal è stato promosso da concorrente ad inviato e co-conduttore di Pechino Express 2024, il game reality in partenza su Sky che quest’anno si chiama “La rotta del dragone” e si snoderà tra Laos, Vietnam e Sri Lanka. Durante la conferenza stampa di presentazione della nuova edizione, Fru ha dichiarato: “un’esperienza più tranquilla rispetto a quella del concorrente, già sapendo dove dormi! Quando sei dall’altra parte un po’ ne godi!”. Un sogno che si avvera quello di Gianluca Colucci, attore e comico italiano conosciuto grazie al gruppo The Jackal. Intervistato dalle pagine di Fanpage ha raccontato come il sogno di lavorare nel mondo della tv ha incontrato il parere contrario dei genitori: “mio padre, anche quando avevo iniziato a lavorare con i The Jackal continuava a propormi concorsi pubblici sperando cambiassi idea”.



Quando è arrivato il successo con i The Jackal è tutto cambiato. “L’obiettivo di gran parte della mia adolescenza era lavorare nell’intrattenimento. Poi va detto che non sono mai stato un campione di socialità e nemmeno particolarmente popolare a scuola” – ha aggiunto il comico ed attore.

Fru e il sogno di lavorare in tv e il rapporto con i social

Per realizzare il sogno di lavorare in televisione, Gianluca Fru ha lasciato la Calabria con destinazione Napoli. “Ero passato a vivere da un paesino piccolo della Calabria alla periferia di Napoli: in altre parole ero un esempio dell’emarginazione, ma credo che il mio desiderio di scoprire il mondo e la voglia di rivalsa vengano da lì” – ha raccontato l’attore e comico che oggi può considerare realizzato il suo sogno. “Il sogno realizzato? Almeno stando alla quantità di video saluti che mi vengono chiesti. Ho detto ai miei genitori che devono filtrare le richieste, tipo gli irrinunciabili, perché davvero passo il mio tempo a fare quello” – ha aggiunto l’attore.



Infine parlando di social, Fru ha detto: “viviamo in un mondo iper connesso e globalizzato ma tendiamo a isolarci nelle nostre bolle mediatiche, costruite da algoritmi, ci mostrano quello che più ci piace. Per me è assurdo che non ci venga insegnato da bambini di quanti Paesi è formato il mondo in cui viviamo, ma non è mai troppo tardi per aprire la mente. Ed è qualcosa che dico anche sui miei social. Se con il mio libro farò imparare a qualcuno anche solo una bandiera in più e ad aprire un po’ gli orizzonti, per me sarà un nuovo traguardo raggiunto”.

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