Gaetano Badalamenti detto ‘Zu Tano capo della cosca mafiosa di Cinisi
Il nome di Gateano Badalamenti, per anni ai vertici della mafia in Sicilia, è legato a Cosa Nostra e la sua identità di boss è tra le protagoniste del film di Marco Bellocchio intitolato Il traditore. Noto agli ambienti della criminalità organizzata con il soprannome ‘Zu Tano, Gaetano Badalamenti è stato condannato all’ergastolo nel 2002 per l’omicidio di Peppino Impastato, delitto avvenuto nel 1978 e del quale sarebbe stato riconosciuto mandante. Originario di Cinisi (Palermo), l’ex capomafia è nato il 14 settembre 1923 e dall’età di 10 anni avrebbe svolto il mestiere di allevatore di bovini.
Sposato con Teresa Vitale, dalla moglie ha avuto due figli i cui nomi sono Vito e Leonardo Badalamenti. Sono nati rispettivamente il 29 aprile 1957 e il 14 settembre 1960, entrambi a Cinisi. Cresciuto in una famiglia di modeste condizioni economiche, ha perso il padre, Vito Badalamenti, proprio l’anno della sua nascita. La madre, Giuseppa Spitaleri, è scomparsa nel 1951. Gaetano Badalementi, l’ultimogenito della famiglia, sarebbe nato dopo quattro fratelli e tre sorelle. È stato il capo della cosca mafiosa di Cinisi e nel 1987 sarebbe stato condannato a 45 anni di reclusione, negli Stati Uniti, per essere ritenuto tra i leader nel traffico di droga oggetto della maxi inchiesta “Pizza Connection“.
Gaetano Badalamenti condannato all’ergastolo, l’omicidio di Peppino Impastato e la morte in carcere
Gaetano Badalamenti è stato condannato all’ergastolo nel 2002 perché riconosciuto dalla giustizia quale mandante dell’assassinio di Giuseppe Impastato, noto Peppino, giornalista e attivista ucciso nel 1978 a Cinisi su ordine del boss. Era il 9 maggio quando la mafia stroncò la vita di Peppino Impastato, dopo che con la sua “Radio Aut” aveva bucato il muro di omertà locale per condurre una battaglia per la legalità senza sconti. Una sfida alla criminalità organizzata, quella di Impastato, che si sarebbe conclusa nella sua atroce fine per volere di Gaetano Badalamenti, rinviato a giudizio soltanto 20 anni dopo il delitto. Peppino Impastato fu sequestrato e steso sui binari, infine fatto saltare in aria con una carica di tritolo.
Il boss di Cosa Nostra è morto in carcere, il 29 aprile 2004, dopo essere stato colpito da un tumore e da un arresto cardiaco. Aveva 80 anni e al momento del decesso si trovava nel distretto medico della prigione federale di Devens, nel Massachusetts. Tre anni dopo la sua morte si sarebbe concluso il procedimento di confisca dei beni, passati poi interamente allo Stato, che era stato avviato anni prima. Le chiavi della sua casa, nel 2010, sarebbero state consegnate all’Associazione culturale Impastato.