Cresciuto nelle giovanili del Milan ma presto diventato bandiera della Juventus: Gianluca Pessotto ha dedicato 11 anni della sua carriera alla maglia bianconera condividendo con i compagni del tempo e con i tifosi alcuni dei momenti più iconici della ‘Vecchia Signora’. La sua storia calcistica passò in secondo piano nel 2006: era il 27 giugno quando la notizia del tentato suicidio dell’ex calciatore destò lo sconcerto di milioni di tifosi ma soprattutto di tutto il mondo del calcio.



L’Italia aveva appena iniziato la sua cavalcata verso la conquista del quarto Mondiale; la notizia del tentato suicidio di Gianluca Pessotto seminò un dolore straziante negli spogliatoi della nazionale e le preghiere dei tifosi e dei veterani della squadra furono tutte dedicate all’ex calciatore. “Pessottino siamo con te”, recitava così lo striscione che, con commozione, mostrarono i calciatori della nazionale italiana dopo la vittoria contro l’Ucraina per 3-0, poco dopo la notizia delle condizioni critiche dopo il tentato suicidio di Gianluca Pessotto.



Gianluca Pessotto, il dramma nell’estate del 2006 raccontato nel libro ‘La partita più importante’

Ma a cosa fu dovuto il tentato suicidio di Gianluca Pessotto? L’ex calciatore si lanciò da una delle sedi della Juventus presenti a Torino e – come riporta Wikipedia – tenendo un rosario tra le mani. Furono giorni di apprensione, alcuni suoi compagni – tra cui Fabio Cannavaro, Gianluca Zambrotta e Alessandro Del Piero – lasciarono immediatamente il ritiro della nazionale che era impegnata con i Mondiali del 2006. Dopo un mese di coma, Gianluca Pessotto riprese conoscenza generando la felicità di tutti coloro che avevano vissuto dall’esterno quell’evento drammatico.



Diverse furono le tesi ascrivibili al tentato suicidio di Gianluca Pessotto; dalla depressione a presunte crisi coniugali, tutte circostanze smentite dallo stesso calciatore e soprattutto dalla sua famiglia. Nel libro La partita più importante l’ex calciatore entrò nel merito di quella crisi personale e di quell’evento drammatico, sottolineando però come dopo il suo risveglio sia come nato una seconda volta. Da allora ha avviato una florida carriera dirigenziale e oggi spicca nel ruolo di responsabile del settore giovanile della Juventus.

Gianluca Pessotto, il percorso di rinascita dell’ex calciatore dopo il tentato suicidio: “Non ricordavo nulla…”

“Un anno dopo il mio incidente ho iniziato a lavorare da dirigente della Juventus; ogni giorno entravo ed uscivo dalla stessa palazzina dalla quale mi ero gettato. Mi rendevo conto che era difficile ma dovevo farlo: così avrei superato le mie debolezze e le mie fragilità”. Parlava così Gianluca Pessotto in una puntata di Mixer – come riporta un articolo del portale Mattinonline – degli anni seguenti al tentato suicidio del 2006. “Quando ho saputo che avevo tentato di suicidarmi mi sembrò tutto così strano. Non mi ricordavo nulla o forse non ci volevo credere; ne parlai molto con gli psicologi e ogni tanto qualche dubbio mi veniva alla mente… Entrai in crisi e non mangiai per alcuni giorni, ero addolorato con il tempo però ho superato anche questa pesante difficoltà”.