Giovanni Boccaccio non è solo uno dei letterati e poeti più iconici della letteratura italiana, è da considerare il vero e proprio ‘padre’ della prosa italiana. Precursore di una tendenza che aprirà la strada ad una poderosa rivoluzione nel settore e che ancora oggi rappresenta un monito per studenti, studiosi e semplicemente appassionati. Ma chi è Boccaccio e quali sono le sue opere più significative? Difficile non considerare manifesto della sua poetica il Decameron: cento novelle di 10 ragazzi che per sfuggire alla peste in quel di Firenze decisero di riunirsi in una villa di campagna.



La poetica e produzione letteraria di Giovanni Boccaccio è quanto mai ricca; tanto da rendere difficile un riassunto delle sue opere che ancora oggi sono oggetto di studio non solo nei rispettivi percorsi scolastici ma anche da chi, quotidianamente, vive di letteratura. Dal ‘Filostrato’ al ‘Filocolo’, passando per la ‘Teseida’. Ma oltre alla letteratura, quali sono le origini di Boccaccio? Nasce a Firenze nel 1313 ma ben presto per volere del padre si trasferisce a Napoli che sarà la città fulcro per la sua formazione letteraria. Qui si interesserà principalmente al romanzo, tra matrice francese e latina, dando quindi forma al suo personale estro che si riflette in tutta la poetica giovanile e matura.



Giovanni Boccaccio, dalla poetica alle curiosità: ‘omaggio’ alle mosche e il legame con Dante

Le reminiscenze del tempo, le leggende più o meno attendibili che viaggiano grazie alla letteratura, spesso prestano il fianco a curiosità che esulano dagli aspetti prettamente ‘scolastici’. Molto si può raccontare anche a proposito di Giovanni Boccaccio, anche oltre la sua maestosità da letterato e poeta. Non molti sanno che il padre della prosa italiana era anche un grande appassionato di arte: amava disegnare ed aveva anche un discreto talento. Giovanni Boccaccio era anche un grande ‘fan’ di Dante: un’ammirazione attestata dalla sua stessa poetica ma anche da un cenno storico-letterario ampiamente noto. Fu proprio lui a definire, ‘Divina’ la ‘Commedia’ di Dante Alighieri.



Una curiosità su Giovanni Boccaccio riguarda anche la sua morte attestata al dicembre del 1375. Il poeta dovette arrendersi alla peste e, secondo alcune voci del tempo, pare avesse deciso di lasciare la propria eredità ai familiari solo a patto che, almeno una volta all’anno, portassero alla sua tomba un cesto di pere al fine di attirare le mosche. Perchè? Pare che il poeta le considerasse le uniche creature a lui vicine nel periodo in cui era prossimo alla morte a causa della malattia.