Chi è Jacopo Fo?
Jacopo Fo, classe 1955, scrittore, attore, regista, fumettista e attivista proprio come i genitori: gli attori teatrali Dario Fo e Franca Rame. Jacopo, figlio d’arte, ha seguito le orme dei genitori ed è stato l’unico figlio di una coppia iconica della storia del mondo del teatro, che si è amata moltissimo e che si è dovuta “separare” prima nel 2013 con la morte di Franca Rame e poi nel 2016 con quella del grande Dario Fo. Il percorso artistico di Jacopo è iniziato quando aveva solo 18 anni, pubblicando vignette e fumetti su numerose riviste.
Nel 1974 entra a far parte del collettivo “Nuvola Rossa”, pubblica il libro a fumetti “Se ti muovi, ti Stato” e prende le difese di Roberto Ognibene, membro delle Brigate Rosse. I suoi fumetti sono incentrati sulla politica e per questo hanno fatto parte di alcune delle riviste più importanti d’Italia; nel 1978 è stato fra gli autori del settimanale satirico “Il Male” che ha venduto 150mila copie. Ha lavorato anche come costumista e scenografo in numerosi allestimenti del padre, ha realizzato sigle televisive animate e allestimenti di mostre sul teatro e poi ha fondato la rivista “Cacao”.
Jacopo Fo e le dichiarazioni sui genitori Dario e Franca Rame
La passione principale di Jacopo Fo è quella della scrittura teatrale, passione che lo ha spesso portato ad affiancare e collaborare con i suoi genitori. Nel corso della sua vita Jacopo ha sposato Eleonora Albanese e con lei ha avuto la gioia di diventare padre di due bambine: Jaele (nata nel 1997) e Mattea che è diventata la presidentessa della “Fondazione Dario Fo e Franca Rame”.
Dopo la morte dei genitori Jacopo ha dichiarato al Corriere della Sera: “Sin da piccolo, quando venivano i fotografi, mi nascondevo, non volevo essere fotografato con loro. Poi, a 19 anni, intendevano coinvolgermi in una loro messinscena, rifiutai: mi proponevano il ruolo del figlio. Da un lato ho avuto grandi vantaggi, perché erano due persone espansive, che esprimevano sentimenti forti, vivaci, mai formali. Dall’altro lato, mi hanno insegnato che il lavoro deve essere centrale nella vita: se hai da dimostrare qualcosa, lo devi fare attraverso il tuo lavoro e se ti comporti onestamente, qualcosa di buono ti torna indietro. Da parte loro, mai punizioni, ordini, disciplina, mi hanno trasmesso passione e non senso di sacrificio”.