Terremoto in casa Roma: è ufficiale l’esonero di Daniele De Rossi e l’ingaggio di Ivan Juric come nuovo allenatore. Lo avevamo annunciato lunedì, noi de IlSussidiario.net, raccontando dell’arrivo improvviso nella Capitale dei Friedkin, che De Rossi sarebbe stato sollevato dalla guida tecnica della prima squadra. I giornaloni, dal Corriere dello Sport al Messaggero fino alla Gazzetta, ieri invece ci smentivano riportando ampie rassicurazioni della proprietà-Roma sulla permanenza di De Rossi e sulla piena fiducia ribadita al mister da parte dei presidenti Ryan e Dan.



Purtroppo questo esonero era già stato deciso negli Usa durante la pausa delle nazionali. Qualcuno ha ricordato ai Friedkin che un anno fa, il 28 settembre 2023, dopo la sconfitta per 4-1 a Genova, avrebbero voluto esonerare Mourinho, ma l’allora ds, Pinto, si oppose con fermezza e l’esonero fu rimandato di qualche mese. Scaramanticamente, stavolta, a Genova (dopo un pareggio “deciso” dall’arbitro), hanno voluto fare di testa loro mandando via l’allenatore. Anche una vittoria a Marassi, quindi, non avrebbe cambiato il corso degli eventi. Ed è così spiegato il grande nervosismo da parte di Daniele che si è fatto espellere a fine partita. Chiari i musi scuri di Soulè e Paredes, relegati in panchina. Sospetto il linguaggio del corpo, troppo remissivo, di certi calciatori come Mancini e Cristante. Imperdonabile il calo vistoso e inspiegabile avuto dalla squadra nella seconda frazione di gioco.



Il boccone amaro dell’esonero di De Rossi era bello che servito. Ma per mandare via un mostro sacro di Roma e della Roma, bisognava preparala bene, avere tutte le pezze giustificative. E allora ecco che viene fuori la notizia del litigio tra De Rossi e Lina Souloukou dopo Roma-Empoli. Passa qualche giorno e i giornali riportano di uno scontro fisico, in allenamento, tra l’allenatore e Cristante, episodio sminuito da De Rossi ma mai dal calciatore coinvolto. Tutti fatti veri, ma ingigantiti, dati in pasto alla stampa romana “selezionata” dai dirigenti giallorossi per destabilizzare l’ambiente, creare il caos, e dare l’immagine di un allenatore coi nervi a fior di pelle e senza il controllo dello spogliatoio.



La ciliegina sulla torta è stata quell’intervista sgangherata di Francesco Totti, che qualcuno oggi definisce profetica. In realtà di profetico non aveva nulla e anzi ha contribuito alla cacciata di De Rossi. Spieghiamoci bene: Totti aveva saputo da qualche “spiffero” che a Trigoria stavano cucinando a fuoco lento il suo amico Daniele, gli stessi dirigenti che a Trigoria non lo vogliono e neppure allo Stadio (ruberebbe le telecamere al giovane Ryan Friedkin…).

Francesco non ci ha visto più e ha deciso di attaccare la proprietà della Roma sui giornali. Denunciando appunto che De Rossi avrebbe fatto la fine di Mourinho, che il mercato della Roma era stato dispendioso e scriteriato, concludendo, e mai avrebbe dovuto dirlo, che si sente ogni giorno con De Rossi. Come dire: di queste cose ve ne sto parlando io ma in realtà le pensa anche Daniele. Facile immaginare la faccia e i pensieri dei Friedkin quando negli Usa è arrivata la rassegna stampa con queste dichiarazioni di Totti: subito i presidenti, malfidenti, hanno pensato a un Totti e De Rossi in combutta alle loro spalle, che sparlavano di mercato, di confusione societaria e di errori dei dirigenti ecc ecc. De Rossi in conferenza stampa pre-partita non ha smentito le parole di Totti, come richiesto dalla società, e questo episodio ha segnato la rottura definitiva tra Daniele e la Roma. Fine dei giochi.

Nel cortocircuito generale vi sveliamo un retroscena interessante: sia i Friedkin che Mourinho si sarebbero serviti degli stessi uomini per far fuori De Rossi. Avrebbero utilizzato Cristante e Mancini (insieme allo scontento Paredes): con Pellegrini ridotto a zombie e fuori dai giochi, i due italiani hanno in mano lo spogliatoio e già stavano “lavorando” per Mou, dal giorno del suo addio, per logorare Daniele.

Alla richiesta dei Friedkin di un “aiutino” per far fuori De Rossi i due calciatori avrebbero risposto: “Nessun problema, ci stiamo già pensando noi”. E, infatti, stamattina dopo l’esonero. i due calciatori erano nell’ufficio dei presidenti a ricevere i ringraziamenti e a decidere il nuovo allenatore: quell’Ivan Juric che, il caso vuole, ha proprio lo stesso procuratore di Cristante e Mancini, il famoso Beppe Riso. In più il nuovo allenatore gioca il 3-5-2 ed è un allievo di Gasperini. Da oggi Juric si ritiene giustamente un miracolato dopo le esperienze a Crotone, Genova, Verona e Torino non finite in modo indimenticabile… Per lui un contratto di un anno a 2 milioni netti e rinnovo in caso di Champions. Altro da dire su Juric non c’è. La notizia, come avete potuto leggere, è un’altra.