L’universo musicale è quanto mai ampio, in espansione; tra meandri inesplorati e costellazioni lucenti, artisti e canzoni hanno scritto pagine di storia a prescindere da fattori quali la notorietà e la fama. Difficile trovare qualcuno che non conosca, riferendosi alla generazione di quel tempo, almeno i motivetti di brani del calibro di “Annie”, “I’m not your daddy” o “Baby”. Stiamo parlando di canzoni iconiche sfornate negli anni ottanta da Kid Creole & The Coconuts, ovvero August Darnell accompagnato da un terzetto che nel tempo ha più volte cambiato formazione.
I primi album di Kid Creole & The Coconuts non furono proprio caratterizzati dal successo in termini di seguito e valori economici, diversamente da quanto invece credeva la critica del settore di quel tempo. Il meritato successo arriva però con il terzo lavoro discografico, “Tropical Gangsters”, album che contiene proprio i brani sopracitati e che hanno fatto ballare e cantare a squarciagola milioni di appassionati, e sicuramente ancora oggi.
Kid Creole & The Coconuts, quell’errore raccontato da August Darnell: “Forse non avrei dovuto farlo…”
Il gruppo Kid Creole & The Coconuts deve la sua brillantezza soprattutto alle intuizioni di August Darnell che per un periodo ha condiviso il successo con l’ex moglie Adriana Kaegi, dalla quale si è separato nel 1985. “New York è stata l’influenza maggiore della mia vita: se fossi cresciuto in un’altra città probabilmente la mia musica non sarebbe stata così eclettica… Io venivo dal Bronx dove per strada potevi sentire Tito Puente, Johnny Cash. Mio padre ascoltava questi artisti, senza focalizzarsi sul genere”. Questo il racconto di August Darnell – alias Kid Creole – in un’intervista rilasciata per Panorama nel 2021.
“Il mio più grande errore firmare per la Sony nel 1990? E’ vero, ogni artista ha un momento nella vita nel quale si guarda indietro e dice: ‘wow, forse non avrei dovuto farlo!’”. August Darnell – dei Kid Creole & The Coconuts – parlò così del passaggio dalla Island Records alla Sony di cui allora era presidente Tommy Mottola. “Lui era un mio amico, ma non si occupava direttamente della band; mi affidò uno dei suoi uomini di fiducia di cui non voglio fare il nome e che di certo non era un amico di Kid Creole & The Coconuts”. Sempre nell’intervista per Panorama del 2021, il cantante aggiunse: “Lui voleva che la mia musica assomigliasse a questo o quell’artista, mentre io avevo un’altra visione di dove dovesse andare la mia musica… Fu un errore, ma gli errori sono un bene perchè ti fanno crescere”.