Chi è “Mara”, protagonista degli anni di piombo con le Brigate Rosse

Mara Cagol, anche nota con il nome di battaglia Mara, è vissuta tra il 1945 e 1975 svolgendo un ruolo da protagonista per le Brigate Rosse, fondatrice con il marito Renato Curcio e altri esponenti. La sua attività per il gruppo armato di estrema sinistra inizia con la collaborazione per la rivista Lavoro Politico, riferimento di spicco sul pensiero marxista e sugli ideali delle BR.



Mara Cagol, poco dopo essersi laureata in sociologia con una tesi su Karl Marx, inizia la sua attività di estrema sinistra con la fondazione del CPM, il Collettivo Politico Metropolitano, collaborando tra gli altri anche con il marito Renato Curcio. La fondazione delle BR avrà luogo l’anno successivo, nel 1970, decretando l’avvio della sua attività da brigatista. Compagna Mara avrà un ruolo chiave nel rapimento di Mario Sossi, nel 1974, conclusosi con la liberazione del giudice e l’arresto del marito, Renato Curcio. L’anno successivo dirigerà l’irruzione nel carcere dove era detenuto il marito, agevolandone la fuga. Sempre nel 1975 il ruolo di Mara Cagol sarà fondamentale nel merito del rapimento di Vittorio Vallarino Gancia; in seguito all’azione perderà la vita nel corso di uno scontro a fuoco proprio all’esterno della struttura dove l’industriale era tenuto in ostaggio.



Mara Cagol, la ricostruzione del 4 e 5 giugno 1975

Mara Cagol è considerata tra le più energiche sostenitrici del movimento di estrema sinistra, culminato con la fondazione delle Brigate Rosse. L’organizzazione diede vita a quelli che sono definiti gli anni di piombo, periodo storico tra gli anni sessanta e ottanta, denso dal punto di vista dei tumulti violenti e delle lotte armate. Compagna Mara in pochi anni prese le redini delle BR dirigendo le azioni sovversive più note dell’organizzazione.

L’ultima azione di Mara Cagol, che coincide con la sua morte, è avvenuta il 4 giugno del 1975. La donna diresse l’ennesimo rapimento ad opera delle BR, coinvolgendo l’industriale Vittorio Vallarino Gancia. L’uomo fu condotto presso la cascina Spiotta dove proprio Mara era impegnata nel sorvegliare la struttura al fianco di un altro brigatista ad oggi ancora non identificato. Il rapimento avvenne il 4 giugno, mentre il giorno successivo alcuni agenti di pattuglia scovarono il luogo in cui era nascosto l’ostaggio. In seguito alla scoperta ci fu un primo terribile scontro che ferì due delle autorità sul posto. Successivamente Mara Cagol e il compagno tentarono la fuga raggiungendo la propria automobile, ma ostacolati da una volante in sosta furono costretti all’ennesimo scontro a fuoco dove la brigatista perse la vita in seguito a numerosi colpi d’arma da fuoco. Il suo complice riuscì invece a fuggire, ancora ignoto alla cronaca e alla legge italiana.