Mario Tozzi, la sua carriera
Mario Tozzi è un geologo, divulgatore scientifico, saggista, autore e conduttore televisivo del programma di successo “Sapiens – Un solo pianeta”. Classe 1959, Mario è nato il 13 dicembre a Roma sotto il segno del Sagittario. Figlio di un agente diplomatico e di una madre un’assistente sociale, dopo aver conseguito il diploma classico si è iscritto alla facoltà di Scienze Geologiche presso l’Università La Sapienza di Roma.
Una volta conseguita la laurea, Tozzi ha proseguito gli studi frequentando il dottorato di ricerca in Scienze della Terra ed attualmente è lavora anche come ricercatore. Nei primi anni Novanta arriva il debutto in televisione con una serie di programmi di successo ed inizia anche a collaborare con Geo&Geo. Successivamente è autore di importanti programmi ed anche conduttore.
Mario Tozzi sullo choc ambientale: “sconfortato dal fatto che passi in avanti non si vedano”
Mario Tozzi da sempre è impegnato in prima linea nella lotta all’inquinamento ambientale. Intervistato da lagazzettadelmeggiorno.it parlando proprio dello choc ambientale ha sottolineato come le cose siano peggiorate nel corso degli anni. ” Sono molto sconfortato dal fatto che passi in avanti non si vedano. Dal punto di vista decisionale nessuno fa assolutamente nulla: sì, lei parla di consapevolezza aumentata e in effetti questa almeno nei giovani esiste e cresce” – ha detto il conduttore televisivo che ha proseguito sottolineando – “hanno ragione – secondo me – anche gli imbrattatori, gli ambientalisti che si rendono protagonisti di spettacolari forme di protesta. Ovviamente, non ne condivido i modi, non sono le mie maniere ma hanno ragione da vendere e vogliono esprimerle attraverso una lotta. Eppure noi, con la nostra ipocrisia, non condanniamo quello che succede nel mondo e cioè lo scempio dell’ambiente, ma condanniamo queste proteste che in effetti hanno modi forti”.
Infine ha sottolineato anche quanto il silenzio delle istituzioni non aiuti affatto: “siamo a zero. Nessuno prende le decisioni che sarebbero necessarie. Siamo ancora a discutere se bloccare le auto a combustione nel 2035, certo che le dobbiamo bloccare! Ma prevale una guerra per bande in cui vincono i soliti gruppi industriali”.