Si chiama Mahmoud Mohamed Zin Elaabdin Elhosary il migrante di 26 anni che ieri ha tenuto in ostaggio un vigilante nel Duomo di Milano. Licenziato a maggio, negli ultimi mesi era diventato senza fissa dimora. Girovagava e si faceva ospitare da conoscenti e parenti da cui comunque veniva allontanato spesso. I dettagli sono emersi dalle indagini della Digos e del Pool antiterrorismo milanese, guidato da Alberto Nobili. La Procura ha chiesto la convalida dell’arresto e la misura di custodia cautelare per sequestro di persona e resistenza, anche a causa del pericolo di reiterazione dei reati. Il 26enne, nato in Egitto a El Menoufia, è accusato pure di porto abusivo di coltello e false dichiarazioni sulla sua identità, in quanto gli investigatori aveva detto di chiamarsi “Cristiano”, invece poi è emerso il suo vero nome dal permesso di soggiorno rilasciato al suo arrivo in Italia, dieci anni fa, dalla Questura di Savona. Il giovane non ha fornito spiegazioni sulle ragioni del suo gesto, anzi per il momento restano le frasi sconnesse che ha proferito, del tipo «ho un alloggio qui in Duomo, dormo qui» e «sono qua per lavorare». Stando a quanto riportato dall’Ansa, risulta che facesse l’operaio e che sia stato licenziato a maggio, ma non si sa per quale motivo. Nell’ultimo periodo era stato ospitato da alcuni amici e dallo zio.
CHI È IL MIGRANTE CHE HA PRESO OSTAGGIO UN VIGILANTE AL DUOMO
Il 26enne che ieri ha seminato il panico nel Duomo di Milano era stato cacciato di casa dallo zio. Pare che si comportasse male e bevesse molto. Inoltre, è emerso che ha una residenza fittizia, dove non abita, a Finale Ligure, in provincia di Savona. Al momento gli inquirenti ritengono che sia fuggito nel Duomo per eludere un controllo di routine della polizia che gli aveva chiesto i documenti mentre si trovava all’esterno della cattedrale. All’interno ha estratto il coltello a serramanico che aveva in tasca e ha minacciato la guardia, venendo poi disarmato dagli agenti. Ora gli investigatori stanno esaminando il cellulare, che era stato sequestrato, per verificare eventuali contatti con terroristi islamici, ma al momento sono esclusi. Alcuni conoscenti di Mahmoud Mohamed Zin Elaabdin Elhosary sono stati sentiti dagli investigatori, a cui hanno detto: «Non è normale». Così hanno definito il 26enne che hanno ospitato tra giugno e luglio prima di mandarlo via perché si comportava male. Stando a quanto riportato dall’Ansa, a casa dello zio sono stati sequestrati una sim e un telefono. In una casa di piazzale Gabriele Rosa a Milano, dove vivono alcuni conoscenti del giovane che lo hanno ospitato prima di cacciarlo, c’è stata la perquisizione col sequestro del coltello.