Quante volte, in questi mesi, abbiamo auspicato la fine rapida del 2020, impossibilitati a tollerare che quest’anno continuasse a fare man bassa di morti e sofferenze. Per la pandemia e non solo. Ebbene, ormai ci siamo: poche ore ancora poi quest’anno bisesto, realmente funesto, finirà in archivio. E noi ci scopriremo a sperare che in fondo il passaggio di calendario, dal 2020 al 2021 non sia una convenzione umana costruita per meglio scandire i tempi della nostra vita. Tante, troppe, le personalità che ci hanno lasciato in questo 2020 per non bollarlo come “annus horribilis”. Pensiamo a Giampaolo Pansa, giornalista fuori dagli schemi, scomparso il 12 gennaio 2020: già lì avremmo dovuto intuire cosa ci attendeva. La prima vera grande mazzata per il mondo intero, però, si è avuta il 26 gennaio: la fine in elicottero di Kobe Bryant ha ricordato al Pianeta che anche le divinità terrestri sono mortali. Quanto avremmo dovuto ricordare tempo dopo, sul finire di questo 2020, con le morti di altre due icone dello sport come Diego Armando Maradona e Paolo Rossi.
MORTI NEL 2020: DA SEPULVEDA AD EZIO BOSSO
Febbraio è stato il mese che ha portato via a 104 anni Kirk Douglas, ma anche Flavio Bucci, storico “Ligabue” nell’omonimo sceneggiato. Sul finire del mese è morto Hosni Mubarak, ex presidente d’Egitto, mentre il 7 marzo se n’è andata suor Germana, anche nota come “la cuoca di Dio”. Due settimane più tardi il giornalismo sportivo ha perso una delle penne più dotate: Gianni Mura è morto lasciando un vuoto che difficilmente riusciremo a colmare, né prima né dopo. Il 23 marzo si è spenta la stella luminosa di Lucia Bosé, mix di bellezza eterna, talento e fantasia. Aprile è stato invece il mese che ha tolto al pubblico della Rai la signorilità, la preparazione e il garbo di un grande giornalista sportivo chiamato Franco Lauro, andato via troppo presto. Lo scrittore Luis Sepùlveda è stata invece la prima vittima illustre del Covid-19. Sempre il mese di aprile ha posto fine all’esperienza terrena di Giulietto Chiesa. Maggio ha straziato il cuore degli italiani per la morte del pianista Ezio Bosso, simbolo del coraggio contro la malattia. Un altro signore dello sport come Gigi Simoni, ex allenatore dell’Inter, ci ha lasciati il 22 di maggio. Il giorno dopo è morto Alberto Alesina, tra gli economisti ed editorialisti più famosi d’Italia. Maggio è stato letale anche per il grande artista Christo, mentre il genio di Roberto Gervaso ci ha lasciati il 2 di giugno.
MORTI NEL 2020 DA MORRICONE A RUTH BADEN GINSBURG
A distanza di 48 ore l’uno dall’altra se ne sono andati due simboli dei derby della Madonnina di una volta: Mario Corso e Pierino Prati. Il 6 luglio l’Italia e il mondo intero hanno pianto per la morte di Ennio Morricone sulle sue stesse note. Mentre il 17 del mese è morto John Lewis, campione della lotta per i diritti degli afroamericani negli Usa. Il padre de “La notte della Repubblica”, Sergio Zavoli, è morto il 4 agosto lasciando affranto il mondo del giornalismo italiano. L’inimitabile Franca Valeri si è tolta invece lo sfizio di compiere 100 anni prima di salutare la compagnia. Il 18 agosto è morto Cesare Romiti, storico braccio destro di Gianni Agnelli alla Fiat, mentre Chadwick Boseman, star di Black Panther, se n’è andato il 28 del mese a soli 43 anni. Philippe Daverio, la sua simpatia innata, hanno detto al mondo il 2 settembre, mentre il 18 è deceduta la giudice della Corte Suprema Usa, Ruth Bader Ginsburg. Chi ha comprato almeno una volta Il Manifesto non può non aver pianto per la morte di Rossana Rossanda, mentre il giornalismo sportivo ha capito di vivere un anno tragico quando se n’è andato anche un gran signore come Gianfranco De Laurentiis.
MORTI NEL 2020: DA MARADONA A PAOLO ROSSI
Il 15 ottobre la politica italiana è rimasta scioccata per la morte della governatrice della Calabria, Jole Santelli, mentre il 31 tutto il mondo ha pianto per la scomparsa di uno degli ultimi grandi divi di Hollywood, Sean Connery, 007 per sempre. L’Italia intera è rimasta scioccata e si è svegliata col cuore a pezzi quando il 2 novembre ha letto della morte di un campione della risata come Gigi Proietti, morto nel giorno del suo compleanno per uno scherzo (l’ultimo) del destino. Il 6 novembre un altro personaggio dello spettacolo amatissimo ci ha lasciato: Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh. Il 25 novembre invece è stato il giorno in cui il mondo ha salutato il Dio del calcio: Diego Armando Maradona. Lo stesso sport che giocava, da campione, campione del mondo, il nostro indimenticabile Paolo Rossi, venuto a mancare il 9 dicembre scorso. Due giorni dopo è morto uno dei maggiori registi asiatici: Kim Ki-duk. L’indomani la letteratura ha perso John Le Carré. Sicuramente avremo omesso o dimenticato qualcuno: ce ne scusiamo in anticipo. Ma forse è anche il caso che il 2020 chieda scusa a noi.