DOC – Nelle tue mani” è stata certamente una delle fiction più seguite degli ultimi anni, in grado di catalizzare l’attenzione di milioni di persone in piena pandemia, quando tutti erano costretti a stare a casa. Gran parte del merito è certamente anche della storia raccontata, ispirata a una vicenda realmente accaduta. Il protagonista, infatti, si risveglia dopo un coma e si rende conto di avere dimenticato gli ultimi dodici anni della sua vita.



Nonostante questo, lui è determinato e vuole fare il possibile per tornare in servizio, cosa che effettivamente riuscirà a fare, non senza qualche fatica. Il medico, infatti, non sa quanto nel frattempo la tecnologia sia diventata determinante anche nella sua professione e fatica a collaborare anche con i colleghi più giovani, per cui prima lui era stato un esempio. Questa esperienza, però, lo porta a mettere da parte i modi bruschi che prima aveva troppo spesso nella sua professione.



Chi è Pierdante Piccioni: è lui il vero protagonista di “DOC – Nelle tue mani”

Il protagonista di “DOC – Nelle tue mani” è Andrea Fanti, alias Luca Argentero, un medico che è riuscito a smentire anche i più scettici, convinti che lui non potesse tornare più a lavorare come un tempo. La vicenda che viene raccontata nella fiction è stata però realmente vissuta da Pierdante Piccioni, che è stato primario del pronto soccorso nell’ospedale di Codogno, in provincia di Lecco. Ora questa località è diventata tristemente nota proprio perché qui è stato scoperto il “paziente 1”, il primo italiano ad avere contratto il Covid.



La sua vita è stata completamente sconvolta da un incidente stradale, che lo ha fatto finire in coma. Nel momento in cui si è risvegliato lui era però convinto che fosse il 2001. La realtà era decisamente diversa: i suoi figli erano ormai cresciuti e molte cose nel nostro Paese erano cambiate.

La sua determinazione gli ha permesso però di superare tutto e di tornare in servizio: “Vivo di ricordi che mi restituiscono gli altri – ha raccontato in un’intervista –. Ma c’è anche un aneddoto simpatico. Durante la riabilitazione, per recuperare il mio curriculum, ho riletto più di 60 mila email che avevo inviato. Tra l’altro, non ricordavo nemmeno di avere un indirizzo di posta elettronica. E a volte pensavo: ‘Chi è quell’imbecille che ha scritto queste cose?’. Ero io. Con mia moglie, che fa la psicologa, è stata abbastanza dura. E anche con i ragazzi non è stato semplice.