Pino Donaggio, i primi passi come interprete “scanditi” dal Festival di Sanremo

A volte basta intonare un motivetto, pronunciare una frase composta da poche parole, per riportare alla memoria la grandezza di artisti e pionieri della musica italiana. “Io che non vivo più di un’ora senza te…”, e subito la mente viaggia verso il grande Pino Donaggio, autore non solo di questo brano ma protagonista di una carriera che ha scritto pagine indelebili della cultura musicale nostrana.



Pino Donaggio – all’anagrafe Giuseppe Donaggio – è nato a Burano nel 1941 e supportato da una famiglia di musicisti ha approcciato fin da giovanissimo con il mondo delle 7 note. Dal Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia al Giuseppe Verdi di Milano; tappe fondamentali per il cantautore al fine di arrivare ai fasti che lo hanno reso celebre non solo in Italia, ma nel mondo. Il suo debutto coincide con il Festival di Sanremo nel 1961 con il brano “Come sinfonia”; la canzone si rivelerà presto un clamoroso successo discografico dominando la classifica di vendite per ben tre settimane.



Pino Donaggio, il cambio di rotta verso la composizione di colonne sonore

Pino Donaggio, forte dell’esperienza di due anni prima, tornò al Festival di Sanremo per ben 3 volte consecutive tra il 1963 e il 1965, con quest’ultima occasione che lo vede lanciare il suo brano più iconico: “Io che non vivo (senza te)”. Ancora una volta resterà per settimane in testa alle classifiche di gradimento e vendita, confermandosi in pochi anni una delle penne e voci più eccellenti del panorama musicale. Grazie ad una riedizione di Dusty Springfield, il brano diventa noto in tutto il mondo in lingua inglese con il titolo: “Don’t have to say you love me”.



Nonostante il grande successo come cantautore, Pino Donaggio decise di cambiare rotta a ridosso degli anni ’70. Il suo impegno professionale si sposta nell’ambito della produzione di colonne sonore, tanto per il cinema quanto per il piccolo schermo. Anche in questo settore, ancora oggi, è considerato uno dei massimi esponenti e pionieri di un genere unico e inconfondibile; capace di rendere pregevoli pellicole dai generi più disparati. Dagli horror di Dario Argento – ad esempio in “Trauma” – ai toni umoristici del duo Roberto Benigni – Massimo Troisi in “7 chili in 7 giorni”. Alla 65^ edizione del Festival di Sanremo ha avuto l’onore di ricevere il Premio alla Carriera Festival di Sanremo.