Pio La Torre, la storia di un uomo che non ha avuto paura di sfidare la mafia
La criminalità organizzata è probabilmente tra i peggiori mali che la società abbia mai conosciuto; morti innocenti, illegalità dilaganti, corruzione. Niente di più controverso e malevolo pensando alle realtà anche più piccole dove mafia, camorra e organizzazioni affiliate mettono in atto le loro becere operazioni criminali. Fortunatamente la storia italiana pullula di uomini forgiati nel coraggio, disposti a tutto pur di contrastare le associazioni a sfondo mafioso. Pio La Torre è forse tra le personalità più memorabili in tal senso; uomo politico appartenente al Partito Comunista Italiano ucciso dalla mafia nel 1982.
Pio La Torre è nato a Palermo nel 1927; la sua carriera politica inizia da giovanissimo. A soli 18 anni entra nel Partito Comunista Italiano mostrando già agli albori del suo impegno politico e sociale una forte attenzione per tematiche legate alla malavita e criminalità organizzata. Dopo essere stato eletto alla Camera dei Deputati nel 1972, inizia in maniera ancora più proficua il suo operato contro le trame ostili di Cosa Nostra arrivando nel 1982 a dare vita ad una legge storica nella battaglia contro la criminalità organizzata.
Pio La Torre, dalla storica legge contro le associazioni mafiose all’agguato del 1982
Pio La Torre, nel merito della sua lotta costante contro Cosa Nostra, è ricordato per la legge denominata Rognoni-La Torre. Il testo ha innanzitutto reso reato di stampo mafioso il finanziamento pubblico di organizzazioni criminali. Inoltre, l’introduzione nel codice penale ha inserito nell’ordinamento italiano il reato di “associazione di tipo mafioso” annesso alla confisca dei patrimoni di provenienza illecita. La sua battaglia contro la criminalità organizzata si arresta però tragicamente, assassinato proprio nel 1982; stessa data della sua proposta di legge rivoluzionaria nella lotta a Cosa Nostra.
Pio La Torre – segretario del Partito Comunista Italiano – è stato tragicamente assassinato il 30 aprile del 1982. Pochi mesi prima aveva presentato come co-autore la proposta di legge che ha poi portato all’introduzione nel codice penale del reato di associazione di tipo mafioso. L’agguato fu ordito – stando alle notizie di cronaca – da alcuni dei capi più influenti dei gruppi mafiosi del tempo, in particolare Totò Riina e Bernardo Provenzano. L’opera di Pio La Torre sarà sempre ricordata come tra le più attive, significative e coraggiose nella lotta incessante contro la Mafia e Cosa Nostra.