Henry Mancini, le origini italiane e i primi passi nel mondo del cinema

Chiunque nella propria vita può aver conservato nella propria mente determinati motivetti, jingle, che all’apparenza possono sembrare banali ma che possono accompagnare per sempre. L’impatto immortale di determinati suoni e colonne sonore è tutto ascrivibile alle abilità di chi le compone, come nel caso del celebre Henry Mancini. Grandi e piccoli non possono non avere ben a mente il sottofondo musicale de La pantera rosa. Proprio il direttore d’orchestra statunitense, ma di origini italiane, è la mente che l’ha prodotta.



Henry Mancini, oltre all’iconica sigla de La pantera rosa, ha chiaramente dei trascorsi artistici ancor più rilevanti che spaziano tra cinema, teatro e piccoli accenni dal punto di vista televisivo. Il compositore nacque a Cleveland nel 1924 – scomparso nel 1994 – da una famiglia di origini abruzzesi; non a caso, il suo nome reale era Enrico Nicola Mancini. La sua passione per la musica nasce a soli 8 anni grazie all’influenza paterna; in poco tempo si cimenta nello studio e nella favetta slavo dover interrompere il percorso per prestare il servizio militare durante la seconda guerra mondiale.



Henry Mancini, la celebre firma su La pantera rosa e i 4 premi Oscar

L’inestimabile carriera di Henry Mancini parte in maniera effettiva nel 1952 grazie alla collaborazione con il colosso cinematografico Universal Pictures. Con La storia di Glenn Miller, solo due anni dopo, già ottenne la prima prestigiosa nomination all’Oscar. Da questi anni in poi i suoi successi coincideranno principalmente con il sodalizio con Blake Edwards; quest’ultimo lo sceglierà per la realizzazione di colonne sonore per pellicole del calibro di: Peter Gunn e The Blues Brothers. La consacrazione internazionale arriva però con Colazione da Tiffany che porterà Henry Mancini a vincere ben due premi Oscar.



Tre anni dopo la duplice premiazione agli Oscar (1961) con Colazione da Tiffany, arriva l’arrangiamento che ha reso Henry Mancini indimenticabile per generazioni: Pantera Rosa. Il terzo e quarto premio Oscar per il compositore arrivano invece grazie ai lavori in The days of wine and roses e per le musiche originali in Victor Victoria del 1982. Tra l’altro, il suo lavoro magistrale innalzò ulteriormente il valore della pellicola tanto che un anno dopo la morte di Henry Mancini si decise di portarla in scena a Broadway, nel 1995.