Mike Bongiorno, dalle difficoltà per la guerra alla passione per il giornalismo sportivo

Se la televisione italiana ha raggiunto picchi importanti, oltre alla nascita di format e strategie ancora oggi in voga, buona parte del merito è certamente ascrivibile al ruolo del compianto Mike Bongiorno. Il noto conduttore è stato un rivoluzionario del piccolo schermo, pioniere delle reti televisive fin dagli albori con programmi diventati poi iconici e rivoluzionati nel corso degli anni. Mike Bongiorno è nato nel 1924 a New York, per poi recarsi in Italia con la famiglia – precisamente a Torino – nel 1929. Dopo una carriera densa di successi e attestati di stima, si spegne l’8 settembre del 2009 in seguito ad un infarto all’età di 85 anni.



L’esordio nel mondo giornalistico per Mike Bongiorno arriva a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, collaborando per gli approfondimenti sportivi de La Stampa. In seguito al conflitto bellico, dovette temporaneamente interrompere gli studi e la professione per rifugiarsi sulle Alpi. Una volta terminata la guerra il giornalista e conduttore riprende a pieno la sua carriera tra New York e Italia. Tra trasmissioni radiofoniche e approfondimenti sportivi viene notato da Vittorio Veltroni che lo sceglie per la conduzione di Radiogiornale. Dal 1970 in poi inizierà la sua ascesa nel panorama televisivo, principalmente come presentatore di programmi di estremo successo e varietà.



Mike Bongiorno: il passaggio a Fininvest e il furto della salma

La svolta nella carriera di Mike Bongiorno coincide con il passaggio alla Fininvest alla corte di Silvio Berlusconi. Per quella che poi sarà Mediaset, il conduttore realizzerà i progetti che porteranno al successo la rete privata da sempre antagonista del servizio pubblico targato Rai. Da Flash a Telemike, passando per il celebre quiz La ruota della fortuna e Bravo, Bravissimo. La sua presenza televisiva si riduce a ridosso del primo decennio degli anni 2000, con alcune partecipazioni tra Rai e Sky.

La tragicità della scomparsa di Mike Bongiorno, avvenuta nel 2009, è stata purtroppo sporcata da un evento terribile di cronaca. Il 25 gennaio del 2011 infatti, alcuni ignoti decisero in maniera sconsiderata di trafugare la sua salma dal cimitero di Dagnente. Dopo diverse inchieste e arresti, oltre allo sconcerto per la notizia, alla fine il feretro fu ritrovato intatto nel mese di dicembre. Ancora oggi aleggia un totale mistero intorno alle ragioni del furto e sugli autori effettivi, in particolare per l’assenza di una richiesta di riscatto.