Ucraina e Russia si accusano a vicenda di aver fatto saltare in aria la diga Nova Kakhovka, mentre migliaia di persone scappano per sfuggire alle inondazioni. Per il capo del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale Oleksii Danilov è stata fatta saltare in aria dalla 205ma brigata di fanteria motorizzata russa. Si tratta dell’unità che controllava la diga della centrale idroelettrica nell’oblast di Kherson e che era stata già accusata da Mykhailo Podoliak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino, il quale ha spiegato anche perché Mosca avrebbe deciso distruggere la diga Nova Kakhovka. I motivi sono «ovvi», in quanto questo attacco può creare «ostacoli insormontabili» alla controffensiva ucraina. Nello specifico, la Russia, a detta di Kiev, ha distrutto la diga per impedire ai soldati ucraini di attraversare il fiume Dnipro. «Erano consapevoli che il movimento delle forze di difesa avrebbe avuto luogo, e in questo modo hanno cercato di influenzare le forze di difesa in modo che l’attraversamento del fiume Dnipro, che temevano, non avvenisse», spiega la portavoce del Comando militare del sud dell’Ucraina, Natalia Humeniuk, in un briefing online.
Come evidenziato dal Washington Post, la distruzione della diga potrebbe far guadagnare alla Russia il tempo di riconfigurare le proprie difese, privando allo stesso tempo l’Ucraina di alcune opzioni per la prevista controffensiva. «Attraversare il vasto fiume Dnipro lungo quel tratto del fronte ora sarà impossibile», ha dichiarato Nico Lange, ex funzionario del ministero della Difesa tedesco. «La Russia potrebbe ora ridistribuire le forze dal sud-ovest per rafforzare altre sezioni del fronte», ha aggiunto Lange, ora membro della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, un forum sulla sicurezza globale. La distruzione della diga potrebbe essere stata probabilmente un atto disperato da parte di Mosca per spezzare lo slancio dell’offensiva ucraina in corso.
QUEL MONITO DELLA RUSSIA E IL TEST DELL’UCRAINA
La Russia, dal canto suo, si difende e rilancia:«Possiamo sicuramente definirlo un sabotaggio deliberato da parte della parte ucraina, allo scopo di privare la Crimea dell’acqua e di distogliere l’attenzione dal fallimento dell’offensiva ucraina», la tesi del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Mosca ricorda poi di aver acceso i riflettori sulla diga Nova Kakhovka sin dal 21 ottobre dell’anno scorso, quando era stato avvertito il segretario generale dell’Onu riguardo i piani dell’Ucraina di distruggere la centrale idroelettrica. Lo ha ricordato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha condiviso la lettera che all’epoca era stata inviata da Vasily Nebenzya, rappresentante permanente di Mosca alle Nazioni Unite. «Le forze ucraine valutano la possibilità di far passare mine d’acqua lungo il corso del Dnepr oppure di compiere un attacco missilistico», scriveva il diplomatico russo. Peraltro, aveva previsto che «un tale attacco da parte dell’Ucraina porterà ad un’inondazione catastrofica dei territori limitrofi e a danni irreparabili per la città di Kherson. Il prezzo possono essere le vite di migliaia di incolpevoli cittadini». La lettera terminava con un appello: «Esorto con forza a fare tutto il possibile per evitare questo tremendo crimine».
I sospetti aumentano anche alla luce delle esercitazioni condotte nei mesi scorsi dagli ucraini. Il Washginton Post, infatti, in un articolo di dicembre riportava le dichiarazioni del generale Andriy Kovalchuk, comandante della controffensiva ucraina nella regione di Kherson, il quale aveva preso in considerazione l’ipotesi dell’inondazione. Parlò, infatti, di un «attacco di prova con un lanciatore HIMARS su una delle paratoie della diga di Nova Kakhovka, praticando tre fori nel metallo, per vedere se l’acqua del Dnepr potesse essere sollevata abbastanza da ostacolare gli attraversamenti russi ma non inondare i villaggi nelle vicinanze», scriveva il giornale americano. Kovalchuck disse soddisfatto: «Il test è stato un successo, ma resta l’ultima risorsa».
PERCHÉ LA DIGA NOVA KAKHOVKA È IMPORTANTE
Per mesi Russia e Ucraina si sono accusate vicendevolmente di voler distruggere la diga Nova Kakhovka. Infatti, la diga aveva già subito danni in ottobre, quando le sue chiuse furono distrutte mentre le forze russe cercavano di ritirarsi da Kherson nel mezzo di un’offensiva ucraina alla fine riuscita per riconquistare la città meridionale. I più anziani ricordano i racconti di quando Stalin fece saltare la diga di Zaporizhya nel 1941 per rallentare l’avanzata dei nazisti. Si dice che affogarono 20mila ucraini e si raccontano scene di mucche che urlavano nelle stalle con gli allevatori arrampicati sugli alberi. Ma perché è così importante questa diga? Con il suo bacino idrico di 18 milioni di metri cubi, rifornisce la centrale nucleare di Zaporizhzhia e soprattutto la penisola di Crimea, annessa militarmente dalla Russia nel 2014. La controffensiva ucraina ha, quindi, messo in dubbio il suo controllo. Se da un lato si può pensare ad un gesto estremo della Russia, dall’altro bisogna ricordare che la stessa Ucraina, nelle prime fasi dell’invasione, aveva aperto intenzionalmente la diga vicino Demydiv, inondando la cittadina a nord di Kiev e i campi circostanti per rallentare le truppe russe e salvare la capitale.
In quel caso, gli ucraini ottennero una vittoria tattica e guadagnarono tempo per preparare le difese. Infatti, spesso la resistenza nella prima fase del conflitto ha danneggiato le sue infrastrutture per fermare l’esercito russo. Ora, con la distruzione della diga, l’acqua inonderebbe la regione di cui il Cremlino ha proclamato l’annessione, ma distruggerebbe l’impianto idroelettrico, aggravando la situazione energetica nel Paese. Senza dimenticare che la centrale di Zaporizhzhia resterebbe senza acqua di raffreddamento. L’inondazione, inoltre, colpirà anche la grande industria agricola ucraina, che è una delle principali fonti di reddito di Kiev e un fornitore chiave di cereali per il mondo in via di sviluppo. Anche gli agricoltori della Crimea occupata saranno colpiti perché quest’acqua è importante per i propri raccolti.