Gli ultimi dati forniti il 5 marzo dalla Protezione Civile e dal Ministero della Sanità parlano chiaro: l’emergenza coronavirus è seria ma controllata e il vero problema non è tanto il contagio (più dell’80% resta asintomatico) ma il ricovero nei letti di terapia intensiva. Se si avrà un nuovo boom di infetti da Covid-19 l’assistenza sanitaria nazionale potrebbe non reggere all’urto: per questo motivo l’Istituto Superiore di Sanità e la Protezione Civile hanno diffuso, oltre alle ben note misure anti-contagio, anche i primi dati in merito all’identikit delle vittime finora registrate, ovvero 148 a livello nazionale. Capire chi muore per coronavirus non significa un “report” morboso e forzatamente choc per colpire il lettore, ma avere una maggiore attenzione per le categorie più a rischio, esattamente come consigliato dal Governo nell’ultimo Decreto del 4 marzo scorso. L’età media dei pazienti deceduti essendo positivi di Covid-19 – che non significa, ad oggi, dire che sono morti per quel tipo di virus ma “semplicemente” in presenza della positività – è di 81 anni, sono in maggioranza uomini e in più di due terzi dei casi hanno 3 o più patologie preesistenti. Questi sono i dati dell’Istituto Superiore di Sanità condotti su 105 italiani morti fino al 4 marzo scorso: in media vi sono circa 20 anni di differenza tra l’età dei decessi e quella dei pazienti attualmente positivi al coronavirus (3296 persone in tutta Italia).



DATI ISS SULL’IDENTIKIT DELLE VITTIME PER CORONAVIRUS

Il report stilato dall’ISS riguarda nel particolare di 73 pazienti morti in Lombardia, 21 in Emilia Romagna, 7 in Veneto e 3 nelle Marche: i dati statistici mostrano come l’età media viaggia tra 80 e 89 anni (il 42,2% dei casi) mentre il 32,4% dei decessi si è avuto nella fascia tra 70 e 79 anni. La restante statistica dice che l’8.4% aveva tra 60 e 69, il 2.8% tra 50 e 59 e il 14.1% era sopra i 90 anni: «Questi dati confermano le osservazioni fatte fino a questo momento nel resto del mondo», spiega il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro in merito alla statistica presentata nelle scorse ore. «Gli anziani e le persone con patologie preesistenti sono più a rischio. Persone molto fragili, che spesso vivono a stretto contatto e che dobbiamo proteggere il più possibile», conclude il n.1 dell’ISS davanti ai dati sulle vittime da coronavirus. Un ultimo dato, proprio sulle patologie, dice che il numero medio di patologie osservate nei 105 deceduti presi in considerazione è di 3.4: «l’15.5% del campione presentavano 0 o 1 patologie, il 18.3% presentavano 2 patologie e 67.2% presentavano 3 o più patologie», rivelano i dati riportati dall’Ansa. Per le tipologie di malattie, l’ipertensione era la maggiormente presente (74,6% dei casi) mentre il 70,4% presentava cardiopatia ischemica e il 33,8% diabete mellito.

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