Alla domanda “Chi può andare in pensione nel 2024?” la risposta per moltissimi potrebbe essere molto confusionaria e talvolta fuorviante. Con la nuova Legge di Bilancio (numero 213 dell’anno scorso, 2023), sono state introdotte delle novità che hanno cambiato le carte in tavola.

Ape Sociale, Quota 103 e Opzione Donna, sono soltanto tre, fra la numerose riforme che potrebbero destare preoccupazioni per via delle limitazioni che il Governo Meloni ha voluto applicare ai beneficiari.



Nonostante gli effetti della Fornero non siano graditi, anche uscire anticipatamente nel 2024 comporterebbe il soddisfacimento di alcune condizioni ritenute “restrittive e penalizzanti”.

Chi può andare in pensione nel 2024? Le regole per l’uscita

Uscire dal lavoro e andare in pensione nel 2024 comporta dei calcoli a tavolino importanti. Se è pur vero che il Governo ha lasciato la misura Quota 103, è anche vero che la stessa adesso potrà essere molto più “penalizzante”.



La Quota 103 prevede l’uscita a patto che il contribuente abbia compiuto almeno 62 anni d’età anagrafica e aver versato un minimo di 41 anni di contributi previdenziali (62 + 42 = 103).  La penalizzazione consiste però, nel calcolo che segue esclusivamente il sistema contributivo.

Oltre al sistema contributivo, teniamo presente anche del valore dell’assegno pensionistico (al lordo delle tasse), che non potrà essere oltre le quattro volte il minimo previdenziale.

Uscire sfruttando l’Ape Sociale: altra rivoluzione

Il Governo rende sempre meno accessibile perfino l’Ape Sociale. La misura prevede l’accesso alla pensione anticipata raggiungendo i 63,5 anni d’età (rispetto ai precedenti 63), oltre che l’abolizione delle agevolazioni sui contributi così come erano state applicate l’anno scorso.



Restano invariate le categorie che potranno far richiesta per aderire all’Ape Social:

  1. Invalidi civili al 74%;
  2. Caregiver che si prendono cura della persona da un minimo di 6 mesi;
  3. Disoccupati che non percepiscono più l’indennità di disoccupazione;
  4. Lavoratori che svolgono mansioni gravose.

Le novità su Opzione Donna

Non resta esclusa dalle novità – e neanche fiorenti – la misura Opzione Donna. Anche in questo caso l’accesso prevede un anno anagrafico in più (61 anni rispetto ai precedenti 60), pur mantenendo invariata la condizione contributiva: un minimo di 35 anni di versamento.

L’unica riduzione anagrafica è prevista soltanto se le donne in questione avessero un figlio (un solo anno di “sconto”), oppure due anni con almeno 2 o più figli.