Il 20 e 21 agosto alle 21:30, il Teatro Galli di Rimini ospiterà lo spettacolo teatrale “Chi sei tu? La sfida di Gerusalemme”, un’opera che promette di trasportare il pubblico in un viaggio unico e indimenticabile attraverso Israele e Palestina. Prodotto dalla Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS in collaborazione con la Fondazione Istituto Dramma Popolare San Miniato e il Centro Teatrale Bresciano, questo spettacolo rappresenta un adattamento del diario di viaggio di Eric-Emmanuel Schmitt, un autore che ha saputo trasformare le sue esperienze personali in un racconto intenso e profondo.

L’opera, tratta dal libro “La sfida di Gerusalemme” di Schmitt, è una narrazione che combina ironia e commozione, trasportando lo spettatore attraverso le strade di Betlemme, Nazareth e Gerusalemme. Schmitt, inizialmente ateo, racconta la sua conversione al cristianesimo, un processo che prende vita nel corso del viaggio, culminando in un’esperienza mistica al Santo Sepolcro. «Ho deciso anni fa di essere sincero riguardo a ciò che mi accade e tengo fede a questa decisione», ha dichiarato Schmitt, sottolineando l’autenticità del suo percorso spirituale.

«Davanti all’originalità e alla profondità di quest’opera, nata come diario di un viaggio, anzi di un pellegrinaggio in Terra Santa, si sperimenta un grande stupore», ha scritto il vescovo di San Miniato, Giovanni Paccosi. «Il luogo in cui tutto è nato, come afferma l’autore, è anche il luogo della tragedia, della contraddizione, della guerra interminabile. È possibile oggi che il Mistero della presenza di Dio, tra quelle pietre, tra quelle strade, tra quella “banalità” possa toccare il cuore di un uomo di oggi? Eppure questa storia è la storia di un incontro, concreto, reale, fatto di sguardo, di odore, di fisicità concreta, con quel Gesù che nelle valli e nelle pietre di questa terra passò, e in questo luogo si fa vicino».

La drammaturgia, curata da Otello Cenci ed Emanuele Fant, riesce a trasformare il testo, originariamente non concepito per il teatro, in una messa in scena coinvolgente e ritmata, grazie a un montaggio di stile cinematografico. Ettore Bassi, protagonista dello spettacolo, è affiancato dalla cantante Mirna Kassis e da musicisti dal vivo, Matteo Damele, Filippo Dionigi e Tomas Milner che arricchiscono la narrazione con interventi musicali. Le scenografie di UFO_è Urgente Forzare l’Orizzonte e le videoproiezioni di Enrico Pazzagli contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva e immersiva.

Il regista Otello Cenci racconta come tutto sia nato dall’incontro con Schmitt. «Incontrare Eric-Emmanuel Schmitt è stato un momento fondamentale per questo progetto», ricorda Cenci. Dopo aver seguito un incontro del Meeting 2022 in cui Schmitt era relatore, il regista riminese fu colpito dalla profondità umana dell’autore, decidendo così di portare in scena “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano” al Meeting 2023. Da quel momento, iniziò una collaborazione che ha portato alla realizzazione di “Chi sei tu? La sfida di Gerusalemme”.

«L’opera di Schmitt», racconta, «non si limita a raccontare un viaggio fisico, ma esplora anche un percorso interiore». La sua conversione è descritta con una sincerità e spontaneità rare, rendendo il suo racconto accessibile e toccante per il pubblico. «Il suo è un percorso che può coinvolgere potenzialmente tutti noi, intrisi come lui da una posizione di scetticismo razionalista», osserva Cenci. L’adattamento teatrale del testo di Schmitt è stato una sfida, data la sua densità. «Abbiamo lavorato attentamente per preservare il percorso umano senza tagliare i luoghi cruciali visitati da Schmitt», spiega Cenci. La domanda centrale del testo, “Chi sei tu?”, riecheggia attraverso tutto lo spettacolo, rispecchiando il tema del Meeting di quest’anno.

La situazione attuale in Terra Santa, segnata da tensioni e conflitti, rende questo spettacolo ancora più rilevante. Schmitt riflette su come le architetture diverse convivano in Terra Santa, suggerendo che anche gli esseri umani debbano imparare a coabitare nonostante le differenze. «Lo spettacolo non ha l’ambizione di dire chi ha ragione», spiega Cenci, «ma si propone come il racconto che Eric fa di quei luoghi, mostrando la possibilità di cominciare a vedere gli altri come fratelli».

«Chi ha a cuore il proprio io e la realtà, nella carne ferita della storia», è la conclusione del vescovo Paccosi, «legge (può leggere) i segni della Presenza divina, che ci fa umani, e che ci fa continuamente riscoprire che la fratellanza che speriamo non è un’utopia, ma la portiamo scritta in noi dall’origine».

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