La caratura artistica dei personaggi pubblici può essere misurata attraverso la qualità e quantità degli impegni, utilizzando come metro la capacità di imporsi come personalità eclettiche, duttili e soprattutto di spessore. Questo è tanto altro è attribuibile alla figura di Barbara Alberti, capace di imporre la propria firma indelebile in tutti i settori toccati: dall’editoria al giornalismo, dalla tv alla radio. Particolare attenzione non può che essere riferita anche alle curiosità che riguardano la sua vita privata e per l’appunto un focus può essere dedicato al ruolo dei figli, Gloria e Malcom Pagani



Gloria e Malcom Pagani sono i figli avuti da Barbara Alberti insieme ad Amedeo Pagani, suo marito. La primogenita, classe 1995, ha seguito una strada per certi versi affine a quella della madre ma unicamente per la materia in questione. La cultura umanistica e linguistica sono il baricentro della sua attività essendo infatti una stimata insegnante di lingua araba.



Barbara Alberti e il rapporto con i figli Gloria e Malcom Pagani

Sul conto della vita privata di Gloria Pagani, figlia di Barbara Alberti, non sono invece reperibili particolari informazioni. Non appartenendo al mondo dello spettacolo, ha sempre protetto la propria quotidianità dalla curiosità dei media. Proseguendo nel racconto dei figli della scrittrice, può essere definito maggiormente noto il secondogenito, Malcom Pagani. Anche lui ha fatto tesoro degli insegnamenti materni ed è infatti oggi uno scrittore noto e affermato oltre che vicedirettore di Vanity Fair.

Barbara Alberti ha spesso raccontato del suo rapporto con i figli Gloria e Malcom Pagani; intenso, viscerale, ma anche condito da momenti di difficoltà in relazione ai primi anni alle prese con la maternità. Intervista nel programma Da noi a ruota libera, la scrittrice ha infatti raccontato come le ristrettezze economiche abbiano messo a dura prova il suo ruolo di madre, data anche la giovane età. “Gloria è sempre stata con noi mentre a Malcom quella vita non piaceva: quando era piccolo si è praticamente fatto adottare dalla famiglia Santoro, di un suo compagno di classe… Per lui era un modo per sentirsi al sicuro, era pazzo di gioia”.