I RE MAGI: CHI SONO E DA DOVE VENGONO?
Nel giorno dell’Epifania corre l’obbligo di conoscere meglio le figure di alcuni dei protagonisti di questa ricorrenza. Stiamo parlando ovviamente di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, i re Magi che secondo la tradizione affrontarono un lungo viaggio dalle lontane terre d’Oriente, seguendo la stella cometa, per portare i propri doni a Gesù bambino. Ma chi erano questi personaggi per certi versi misteriosi? La loro popolarità a dire il vero è enorme se rapportata allo spazio concesso loro nelle Scritture.
Ai re Magi sono infatti dedicati soltanto i primi dodici versetti del secondo capitolo del Vangelo di Matteo. Eppure ciò è bastato per far sopravvivere nei secoli il loro ricordo, complice anche una narrazione alle volte fantasiosa. La descrizione dell’evangelista si limita infatti a tre semplici parole: “Giunsero da oriente“. In alcun passaggio viene scritto che essi fossero tre, né che fossero re, né viene fatto il loro nome. Come si arriva allora alla versione odierna dei re Magi?
CHI SONO I RE MAGI? ALCUNE IPOTESI…
Avvenire spiega che quasi 500 anni prima che l’apostolo scrivesse il suo Vangelo a parlare dei re Magi era stato anche lo storico greco Erodoto, descrivendoli come una delle sei tribù dei Medi, antico popolo iranico stanziato in gran parte dell’odierno Iran. Essi rappresentavano la casta sacerdotale, coltivavano l’astronomia ed erano dediti all’interpretazione dei sogni. In qualità di astonomi è dunque verosimile che si siano messi in viaggio seguendo una “stella”.
A maggior ragione considerando che nel loro credo si parla apertamente di un Messia o di un “Soccorritore” annunciato da una stella e messo al mondo da una vergine destinato a salvare il mondo. Alla trasformazione dei Magi in re, ricorda Avvenire, ha contribuito – oltre ai Vangeli apocrifi – anche l’interpretazione, per così dire estensiva, di alcuni passi dell’Antico Testamento, soprattutto Isaia 60,1-6 e Salmi 72,10. Nel primo passo si dice: “Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere” e si fa riferimento anche a doni come oro e incenso. Nel secondo si elencano i re di Tarsis, di Sceba e di Seba, nell’atto di pagare tributi e offrire doni. E si conclude dicendo che “tutti i re gli si prostreranno dinanzi, tutte le nazioni lo serviranno”.
I RE MAGI E L’ENIGMA SUI LORO NOMI
Sul fatto che i re Magi siano rappresentati come tre – numero altamente simbolico nella Scrittura – può aver inciso il fatto che tutto il mondo avesse reso omaggio a Gesù. Tre era infatti il numero dei continenti all’epoca conosciuti. In questo senso la presenza di un magio di colore confermerebbe tale versione in riferimento alle popolazioni dell’Africa.
Altrimenti potrebbe essere collegato al numero dei doni: oro, incenso e mirra. Anche qui il simbolismo è evidente: l’oro per la regalità di Cristo, l’incenso per la divinità, la mirra per la morte. Resta allora almeno un altro quesito a cui rispondere: perché ai re Magi è stato dato nome di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre? Questo è un vero enigma: Gaspare è un nome di provenienza iranica, Melchiorre fenicia e Baldassarre babilonese-caldea. Anche “Avvenire” conclude che “è inutile addentrarsi più di tanto in ricostruzioni storiche, dal momento che le tradizioni sono diverse da epoca a epoca e da popolo a popolo“.