Era previsto da diverse associazioni e sindacati di docenti della scuola, ora i numeri sono impietosi: la chiamata veloce (o “call veloce”) per chiamare docenti in altre Regioni tale da sopperire al nodo delle cattedre vuote (problema sia pre-Covid ma aumentato dalla richiesta di maggior personale per le stringenti regole anti-pandemia) si è rivelato un mezzo flop con il numero di posti richiesti che si è dimostrato decisamente inferiore alle attese della Ministra Lucia Azzolina. Tra certificati di malattia, impossibilità a trasferirsi per il costo della vita improvvisamente più alto del proprio standard (ad esempio, posti con 1300 euro in Lombardia dove il costo della vita è decisamente maggiore rispetto alle realtà del Centro-Sud): i motivi sono diversi, ma i risultati sono davvero scadenti con l’inizio della scuola che si addensa di ombre “in più” oltre alle già complicate regole anti-Covid. Secondo i numeri offerti dalla GILDA degli insegnanti, solo 16 domande accettate in Calabria, 7 in Molise, 30 in Piemonte, 50 in Toscana, 25 in Puglia, 8 in Friuli, «un flop che supera di gran lunga le più pessimistiche previsioni se paragonato alle 60mila cattedre non assegnate sulle 84mila previste», commenta il sindacato scuola della GILDA.



FLOP CHIAMATA VELOCE: LA REPLICA DEL MIUR

«La call veloce è uno strumento nuovo, ha margini di miglioramento sono 2.500 i docenti che hanno presentato domanda, ho letto tante messaggi di felicità», aveva detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a Radio 24 nella giornata di ieri. Oggi però, davanti ai dati che vedono la Lombardia con solo 60 domande accettate dopo la chiamata veloce da altre Regioni, è lo stesso Miur a replicare alle polemiche alzate da opposizioni, associazioni docenti e dirigenti scolastici: «abbiamo digitalizzato il sistema di reclutamento e ci sono alcuni errori», spiega la viceministra Anna Ascani riferendosi ai tanti errori nell’iter del Gps, «molti sono simili e dunque si possono correggere». Oggi in audizione al Parlamento è la stessa Azzolina a rispondere alle critiche sul sistema della call veloce: «Con la procedura sinteticamente chiamata call veloce si è consentito ai docenti collocati in posizione utile nelle graduatorie concorsuali e nelle graduatorie ad esaurimento di poter esprimere, volontariamente, l’opzione per l’immissione in ruolo in una regione diversa da quella della graduatoria di appartenenza, velocizzando la loro assunzione e andando a coprire posti che altrimenti resterebbero vuoti». In merito al presunto flop, la Ministra non ci sta e replica «le previsioni non erano alte: si tratta di uno strumento del tutto nuovo, partito in un anno eccezionale in cui pesa, sugli spostamenti, anche il tema del contagio. Era dunque prevedibile che potessero esserci difficoltà. Ce lo dicono anche le molte domande lasciate in sospeso. Porteremo avanti questa innovazione. E faremo una ancora più massiccia informazione ai precari su questa opportunità». Sono 2500 i docenti che hanno inoltrato domanda e sono in corso i controlli e verifiche del caso: «grazie alle risorse stanziate con il decreto rilancio e il decreto varato ad agosto, abbiamo più personale scolastico distribuito su tutto il territorio nazionale. L’Amministrazione ministeriale ha già provveduto alla assegnazione delle risorse agli Uffici scolastici regionali, che stanno procedendo nelle operazioni. Un contingente aggiuntivo di circa 70.000 unità, tra docenti e ATA. Nessun altro Paese europeo ha fatto tanto», conclude la Ministra Azzolina in audizione.

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