Piero Chiambretti ha vissuto in prima persona il Covid: “Sembra un’influenza per le modalità di contagio, ma uccide con il cancro”, questa la sua testimonianza nel corso della puntata di Non è l’Arena andata in onda mercoledì 3 novembre. Il presentatore si è ammalato nella fase iniziale della pandemia insieme alla madre, che non ce l’ha fatta. “Quando ti ammali e finisci in un ospedale, vedi nelle facce dei pazienti – me compreso – il terrore di una malattia che non si conosce. A quel punto tutte le teorie negazioniste non possono far altro che far rabbrividire”.



La perdita della madre Felicita, in particolare, è ancora oggi difficile da accettare. “Ci sono stati 5 milioni di morti per Covid-19, ma da molti vengono sindacati. “È morto ma non è morto di Covid”, dicono. Mia madre aveva delle patologie, ma prendeva dei farmaci e stava benissimo. Avrebbe vissuto altri 10 anni, mentre con il Covid-19 è morta in 5 giorni. Coloro che negano l’esistenza del virus dovrebbero vergognarsi”.



Chiambretti: “Covid sembra influenza, ma uccide come cancro”. La morte della madre

Piero Chiambretti, ospite di Massimo Giletti a Non è l’Arena per la presentazione del suo nuovo libro, ha ripercorso gli ultimi momenti in ospedale, quando è morta la madre a causa del Covid. “Ha preferito andare via lei per dare la vita a me”, ha detto in più occasioni. “Ho avuto quella sensazione perché fino a qualche ora prima della sua morte ero grave. Mi dissero che ero stabile, come accade in queste situazioni, che vuol dire che non peggiori. Immaginavo dunque di stare benino, ma non era così perché non miglioravo. Mia mamma è morta intorno alle 18.00 ed alle 4.00 del mattino, dopo che mi fecero il primo esame del sangue della giornata, tornò l’infermiera e mi disse che stavo bene. Nel giro di poche ore ero guarito”, ha raccontato.



Diversa, invece, la sorte della anziana donna. “Il dolore che lei ha provato sarà stato atroce. L’ossigeno che aveva nel sangue, che dovrebbe essere intorno ai 95, in lei era a 44. Il Covid-19 le aveva mangiato i polmoni. Penso che soffrisse talmente tanto da chiedere di farla finita”. È così che Piero Chiambretti ha dato l’ok ai medici per lasciarla andare. “L’infermiera, mentre io ero solo nella mia stanza, mi disse che il protocollo voleva che all’1.00 di stanotte staccassimo le macchine, ma che siccome soffriva veramente tanto sarebbe stato meglio farlo prima. Io ero intontito e capii soltanto che sarebbe stata meglio e gli dissi di farlo subito, per cui ho accelerato di qualche ora quella che sarebbe stata la fine. Quando l’hanno portata dentro la mia stanza, me la sono ritrovata lì a fianco e ho sentito che voleva chiudere questo capitolo. Lei ha deciso prima di tutti di abbandonare questo pianeta ed io sono guarito”.