Continua a tenere banco il caso del presidente dell’Ucraina, Zelensky, e del suo invito a Sanremo da parte di Amadeus. Il direttore artistico e conduttore del festival della canzone italiana trasmetterà un appello del numero uno di Kiev al termine della finale, e dopo l’annuncio di Bruno Vespa a Domenica In è scoppiato il dibattito fra chi si dice contrario e chi favorevole.



Fa parte di quest’ultima schiera Piero Chiambretti, conduttore ed ex presentatore proprio del Festival di Sanremo, che parlando oggi a Repubblica ha spiegato: «Vedere intelligenze e cervelli che mostrano la loro forza bellica e non diplomatica, diventa paradossale. Sentire che Zelensky ha il tempo di venire in collegamento al festival di Sanremo, che è il programma più leggero e di evasione, a raccontarci che ha bisogno di armi, se non fosse vero sarebbe un’idea importante per un film dei Monty Python». E ancora: «Facendo le dovute proporzioni, Zelensky mi ricorda il presidente Cossiga, che parlava ovunque. Lui picconava il Palazzo, Zelensky cerca di difendere il suo, che è l’Ucraina. Sono dalla sua parte, l’ardimento è da apprezzare».



CHIAMBRETTI DICE SI A ZELENKSY-SANREMO: “PALCOSCENICO DA 10 MILIONI”

Per protestare contro la presenza del presidente ucraino all’Ariston sono state annunciate delle manifestazioni a Sanremo, e a riguardo Chiambretti spiega: «Non so se protestino contro Zelensky in quel contesto o come capo della resistenza ucraina, l’Italia ha mille punti di vista. Qualcuno lo vede come un pupazzo filoamericano che fa la guerra ai russi. Io sono per la pace in Ucraina, parole che peraltro ripete il Papa, siamo molto più piccoli di quello che ci circonda».

Zelensky non è nuovo ad apparizioni nel mondo dello spettacolo, avendo già presenziato ai Grammy Awards ma anche al Festival di Cannes, alla Mostra di Venezia e ai Golden Globe: «Il festival ha dieci milioni di spettatori – conclude Chiambretti – fa vendere copie ai giornali. A catena frammenti delle serate che ispirano commenti e polemiche sono riproposti per settimane. È una cassa di risonanza formidabile. Poi può andare bene, benissimo, male, malissimo, ma finché c’è chi lo vede è vivo».