Per il delitto di Gorlago in cui il 17 gennaio dello scorso anno perse la vita Stefania Crotti, Chiara Alessandri, ex amante del marito della vittima, è stata condannata oggi, poco dopo le 15.00, a 30 anni di carcere. Era stato chiesto l’ergastolo. La donna, come spiegato dalla trasmissione La vita in diretta, era presente in aula ed ha ascoltato in silenzio la lettura del dispositivo. La sua difesa aveva addirittura chiesto i domiciliari ma le erano stati negati. Da poco tempo, ha aggiunto l’inviato, la donna avrebbe iniziato anche un percorso di avvicinamento ai suoi figli attraverso videochiamate. Dopo la sentenza, l’avvocato Gianfranco Ceci, legale di Chiara Alessandri, come riferisce La Repubblica ha commentato: “Resta un dramma enorme, dal punto di vista processuale sono emerse le reali intenzioni della mia assistita che non erano quelle di uccidere brutalmente la vittima”. Poi ha proseguito: “Dal punto di vista processuale è stato un successo, perché il giudice ha ritenuto assorbito il reato di distruzione di cadavere da quello di omicidio”. Rispetto alla sua assistita ha dichiarato: “Chiara è frastornata, ma consapevole di quello che ha fatto. Non si può tornare indietro e paga giustamente per quello che ha fatto”. Il marito della vittima ed ex amante della condannata, Stefano De Bello, anche lui in aula ha lasciato poi il tribunale senza rilasciare alcun commento. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



OMICIDIO CROTTI: RICONOSCIUTA PREMEDITAZIONE

Chiara Alessandri è stata condannata a 30 anni di carcere per l’omicidio di Stefania Crotti. Lo ha deciso il Tribunale di Brescia, che la ritiene l’artefice del piano diabolico messo in atto a Gorlago il 17 gennaio 2019. La vittima era la moglie dell’uomo con cui aveva avuto una breve relazione l’estate precedente al delitto. Il pm Teodoro Catananti aveva chiesto l’ergastolo, contestando l’omicidio premeditato e la soppressione di cadavere, un reato assorbito dall’omicidio secondo i giudici. È stato però stabilito lo sconto di un terzo della pena in quanto previsto dal rito abbreviato, per questo la sentenza è scesa a 30 anni. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, in tribunale erano presenti la sorella e il marito della vittima, Stefano Del Bello, ma nessuno dei due se l’è sentita di commentare il verdetto. Alla vigilia della prima udienza preliminare, però, Del Bello aveva dichiarato che la pena doveva essere l’ergastolo, «non solo per quello che ha fatto, ma soprattutto per come lo ha fatto, con freddezza e lucidità».



CHIARA ALESSANDRI, SENTENZA PER OMICIDIO STEFANIA CROTTI

Chiara Alessandri aggredì Stefania Crotti a colpi di martello. Era il 17 gennaio 2019 quando, con la complicità inconsapevole di un amico, portò la vittima nel garage della sua villetta per affrontarla. Il corpo di Stefania Crotti fu ritrovato semi carbonizzato nelle campagne di Erbusco, dove, secondo quanto emerso dall’autopsia, la vittima era arrivata incosciente ma ancora viva. C’erano infatti tracce di fumo nei suoi polmoni. Per questo il processo si è svolto a Brescia: è competente il tribunale dove è avvenuta la morte. Chiara Alessandri, madre di tre figli che non vede da quando è detenuta in carcere, ha sempre negato di aver dato alle fiamme il corpo di Stefania Crotti dopo l’aggressione, mamma invece di una bambina. Ma l’assassina ammise di averla colpita col martello dopo che quest’ultima, a suo dire, l’aveva attaccata per prima. I carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo però avevano raccolto diversi indizi che da subito hanno convinto poi gli inquirenti a contestare la premeditazione.

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