Chiara Appendino, sindaca uscente di Torino (sostantivo rigorosamente declinato al femminile, come ha da sempre richiesto lei, ndr), è intervenuta sull’edizione di oggi del quotidiano “La Stampa”, parlando del prossimo fine settimana elettorale, nel quale si designerà il suo erede nel capoluogo sabaudo. “Mi fossi ricandidata, sarebbe stata la seconda campagna elettorale in gravidanza. Ma sarebbe stata durissima: rispetto a cinque anni fa mi stanco di più e Andrea la notte me la fa pagare”, ha scherzato il primo cittadino, che ha sottolineato di ritenere Valentina Sganga la persona migliore per dare continuità al percorso avviato in città.



Da mesi, tuttavia, Appendino ripete che se il Movimento Cinque Stelle arriverà terzo, al ballottaggio non appoggerà nessuno: “A livello nazionale la mia prospettiva politica è quella di Giuseppe Conte: un fronte progressista avversario del Centrodestra. L’ex premier ha delineato una strada che io condivido e sono sicura che lavoreremo tutti nella stessa direzione. Di Maio ne ha già dato prova, essendo stato protagonista di una mediazione fondamentale per il nuovo corso del M5s quando tutto sembrava infrangersi”. Tra le proposte su cui si dovrebbe spingere, Appendino indica il salario minimo, una battaglia di civiltà “che rivendichiamo. Sono felice che si stia costruendo un campo più ampio per la sua introduzione”.



CHIARA APPENDINO: DALLE ELEZIONI ALLE OLIMPIADI MANCATE (VOLUTAMENTE)

Successivamente, ai colleghi de “La Stampa” Chiara Appendino ha confidato di non fidarsi del Pd torinese e, in generale, dal Centrosinistra cittadino rispetto ai temi che le stanno a cuore: “Si sono chiusi in se stessi, rifiutando di costruire un progetto politico innovativo cui noi e anche parte del Pd nazionale eravamo pronti a dar vita. Per me l’amministrazione Fassino e anche quella precedente su tanti temi si confondono con il Centrodestra. Detto questo, non è me che devono convincere, ma gli elettori”.



Sul no alle Olimpiadi 2026, la sindaca ha risposto così: “Non alle Olimpiadi, ma a due gare su 17. È di questo che stiamo parlando: rifare in piccolo e in modo subalterno ciò che avevamo già fatto in grande. Ho creduto nella candidatura di Torino, l’ho portata avanti anche se una parte del Movimento 5 Stelle non la condivideva. Ma i Giochi con Milano e Cortina erano un’opzione perdente, perché saremmo stati marginali e soprattutto non avremmo avuto le Atp Finals”. Infine, un commento sulla notte tragica di piazza San Carlo del 3 giugno 2017, che la donna ricorda come un momento molto difficile, mentre sulla sua condanna, nel ricordare di avere fatto ricorso in appello, ha aggiunto di non volere parlare della situazione in essere, ma di augurarsi, al tempo stesso, che siano introdotte norme che tutelino maggiormente i sindaci. “Questo è l’incarico politico più gratificante che si possa svolgere, ma dal punto di vista famigliare, personale, economico e delle responsabilità, chi lo ricopre ha tutto da perdere”, ha concluso.