Chiara Appendino dovrà sottoporsi ad un nuovo processo di appello, come disposto dai giudici della Cassazione che hanno stabilito che la responsabilità penale per i fatti di Piazza San Carlo è irrevocabile per l’ex sindaca di Torino. Ancora gli ermellini hanno deciso che dovrà essere ricalcolata l’entità della pena, riducendola: Appendino, infatti, era stata condannata a 18 mesi di reclusione in un procedimento nel quale erano ipotizzati i reati di disastro, omicidio e lesioni tutti in forma colposa. L’ex prima cittadina, via social, ha parlato di un “senso di amarezza” provato in seguito alla decisione assunta dalla Cassazione che la obbliga a sottoporsi ad un nuovo processo.



Diventa invece definitiva la condanna per l’ex vicecomandante della polizia municipale Marco Sgarbi mentre viene assolto in via definitiva, per non aver commesso il fatto, il dirigente della polizia Bonzano, responsabile dell’ordine pubblico in piazza la sera del 3 giugno 2017. Viene invece annullata la sentenza di secondo grado, con rinvio in appello, per l’allora presidente di Turismo Torino Marco Montagnese. Per Appendino, invece, la responsabilità penale è stata definita “irrevocabile” per tutti i capi di imputazione.



Le accuse a Chiara Appendino per la tragedia di Piazza San Carlo

La sera del 3 giugno 2017, in occasione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, in piazza San Carlo a Torino venne affisso un maxi schermo con migliaia di persone accorse per vedere il big match. In seguito a dei disordini la folla iniziò a fuggire e le persone a calpestarsi l’una con l’altra: ci furono due vittime (inizialmente una, Erika Pioletti, e anni dopo un’altra, Marisa Amato) e più di 1.500 feriti. Chiara Appendino, all’epoca sindaco di Torino, venne condannata per omissioni in materia di sicurezza delle quali avrebbe avuto responsabilità come primo cittadino.



In Corte di Cassazione il procuratore generale ha richiesto l’annullamento della condanna con rinvio per ricalcolo della pena: una richiesta accolta dal collegio nonostante per i giudici sia “irrevocabile” la responsabilità penale di Appendino per tutti i capi di imputazione. L’avvocato Nicola Menardo, che difende la famiglia di una delle due vittime, Marisa Amato, ha dichiarato: “Siamo giunti al sostanziale epilogo di questa pagina triste, che ha segnato profondamente la storia della città di Torino. Non c’è soddisfazione in queste situazioni, quanto piuttosto la sensazione di avere chiuso un cerchio e dover guardare oltre, senza trascurare l’importanza della memoria per non commettere gli stessi errori”.