Torino

una città del Sud? «Al di là degli slogan, si tratta di prendere atto di una situazione, che tra l’altro perdura da quindici anni»: così Chiara Appendino ai microfoni de La Stampa. La prima cittadina uscente ha trattato numerosi temi roventi, a partire dalla situazione non idilliaca della sua città, con dati oggettivi: «Il dibattito pubblico sul futuro industriale di Torino è stato carente e forse viziato da una narrazione secondo cui cultura e turismo, che sono assi strategici essenziali, potessero diventare sostitutivi della manifattura. Ma non può essere così, a meno di non immaginare una città che si adagia sui 600 mila abitanti».



Nel corso dell’intervista, Chiara Appendino ha ribadito che la città non può fare a meno della sua vocazione industriale e per questo motivo ha invocato importanti investimenti in politica industriale, sottolineando che l’Italia ha bisogno di Torino: «Non possiamo essere convocati dal governo solo per gestire crisi industriali; abbiamo bisogno di esserci quando si parla di sviluppo nell’ambito delle politiche nazionali».



CHIARA APPENDIONO SU GOVERNO E M5S

Passando al governo guidato da Mario Draghi, Chiara Appendino ha spiegato di essere convinta che il M5s abbia fatto bene a entrarci e che sia giusto restarci. Uno dei dossier più delicati è quello legato alla riforma della giustizia e per la sindaca di Torino il Movimento deve assumersi la responsabilità di decisioni importanti per il futuro del Paese: «Nel merito, credo che Conte troverà la giusta mediazione, alla quale sta lavorando da giorni. L’attenzione che chiede su alcuni reati è sacrosanta: su questo presupposto spero si trovi presto un punto di caduta». Anche il futuro dei pentastellati è al centro dell’attenzione e Chiara Appendino ha ammesso che da un anno e mezzo il Movimento è in mezzo al guado, invocando una leadership chiara e una struttura: «Non si può aspettare oltre, ma per fortuna siamo al dunque».