CHIARA CONSONNI, “YARA E’ SEMPRE NEI MIEI PENSIERI”

Chiara Consonni, un oro alle Olimpiadi per Yara Gambirasio: è questa la dedica della 25enne ciclista bergamasca, originaria di Ponte San Pietro per la ragazzina scomparsa nel novembre del 2010 e ritrovata assassinata il febbraio successivo, per la cui morte è stato condannato in via definitiva all’ergastolo Massimo Bossetti.



L’atleta già campionessa mondiale nel 2022 nell’inseguimento a squadre e argento nel 2021, aveva conquistato qualche giorno fa il gradino più alto del podio di Parigi 2024 nella gara ‘madison’ a squadre assieme a Vittoria Guazzini e, in una intervista concessa a ‘il Giorno’, ha spiegato il motivo di una dedica così speciale.



L’ORO OLIMPICO, “LE DEDICO LA VITTORA PERCHE’ ERA UN’ATLETA E…”

Chiara Consonni, parlando col quotidiano, aveva ammesso di non aver mai conosciuto Yara Gambirasio, di due anni più grande di lei: “Ero ancora troppo piccola per capire, però conosco la sua storia, ed è come se la sua figura non fosse mai uscita dai miei pensieri” ha raccontato la ciclista a proposito della concittadina di Brembate di Sopra (infatti è lì che Chiara vive con la sua famiglia, tra l’altro seconda medagliata di casa Consonni assieme al fratello Simone, argento e bronzo, NdR), a cui a suo dire un destino ingiusto e tragico ha negato probabilmente la possibilità di poter competere proprio a quei Giochi Olimpici quale giovane promessa della ginnastica ritmica.



CONSONNI, “PAPA’ DI YARA GAMBIRASIO? MIO TIFOSO, AL BAR DICE…”

“Di recente ho visto il docufilm. Conosco il padre di Yara, lui è un mio grande tifoso: capita che ci vediamo al bar per un caffè, mi dice che mi segue” aveva aggiunto Chiara Consonni, mostrando orgoglio per quel tifoso speciale che la segue sempre.

Ma nelle parole della fresca campionessa di Parigi 2024 non c’è solo il ricordo della 13enne e di una carriera spezzata (“Era un’atleta. Chissà, se fosse vissuta magari oggi sarebbe una olimpionica”) ma anche l’ammissione di non essersi resa conto, assieme alla collega, dell’impresa compiuta: “Devo ancora realizzare come abbiamo fatto, Vittoria e io (…) I programmi di una campionessa? Tre o quattro giorni tranquilli, a godermi la casa, la famiglia, le persone care (…) Poi riprenderò a correre su strada e a fine anno i mondiali in Danimarca”.