Chiara Cringolo

resta una delle morti più giovani in Italia per coronavirus. La ragazza di Romano Canavese, in provincia di Torino, aveva solo 21 anni, e non presentava alcuna patologia pregressa al momento del covid. E’ deceduta da sola presso l’ospedale le Molinette di Torino, dopo che lo scorso 21 ottobre, ad Ivrea, le era stata diagnosticata una polmonite bilaterale a seguito dell’infezione. La giovane era stata trasferita in terapia intensiva a Torino, per poi iniziare lentamente a migliorare, ma venerdì scorso ha iniziato ad aggravarsi fino alla morte avvenuta nel pomeriggio di ieri, lunedì 9 novembre. “Non aveva patologie – le parole di Barbara, la mamma di Chiara – nessun problema al cuore, era un po’ robustina ma stava bene. Non riusciamo a capire come sia successo”. I primi sintomi sono sopraggiunti il 19 ottobre scorse, “un po’ di tosse e qualche linea di febbre”, poi il giorno dopo la chiamata a sua madre: “non riusciva a respirare – ha spiegato ancora Barabra a Repubblica – e siamo andati subito al pronto soccorso di Ivrea. Era il 20 ottobre, il tampone era positivo e da allora non l’abbiamo più vista”.



CHIARA CRINGOLO MORTA PER COVID, I GENITORI: “ANCHE NOI POSITIVI”

“Ogni pomeriggio – racconta ancora la mamma di Chiara Cringolo – un medico ci chiamava per aggiornarci. Finché ieri alle 14,45 ci ha detto che era morta. Siamo positivi anche noi, ora stiamo aspettando i risultato dei tamponi, gli ultimi erano positivi. Se lo saranno ancora rischiamo di non poter dare neanche l’ultimo saluto a nostra figlia”. A rendere ancora più drammatico l’evento, il fatto che Chiara fosse già mamma, avendo partorito un bimbo 13 mesi fa, in un periodo in cui il coronavirus era sconosciuto alla maggior parte delle persone, e in cui la vita era senza dubbio migliore e più facile rispetto a quella attuale. “Purtroppo – le parole del sindaco di Romano Canavese, Oscarino Ferrero – questa morte testimonia che il virus è letale non solo per una certa fascia di popolazione, ma può coinvolgere ciascuno di noi a qualsiasi età. Le conseguenze di questa pandemia ci possono toccare da vicino e con grande dolore”.



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