L’impero di Chiara Ferragni non è più solido come un tempo a causa del caso pandoro Balocco e della relativa inchiesta, per cui per l’influencer è arrivato il momento di provare a invertire la rotta. Non ha riportato danni solo a livello di immagine, ma anche dal punto di vista economico, infatti l’imprenditrice digitale ha deciso di prendere in mano le redini della situazione e di affidare ad un pool di consulenti il compito di trovare un piano per rafforzare il patrimonio della società Fenice srl, che detiene il suo brand e gestisce gli affari legati alle licenze del marchio. Questa è la base su cui si poggiava il successo di Chiara Ferragni, alle prese ora con una situazione a dir poco complessa, tanto che starebbe valutando di aprirsi a nuovi soci, rivela Il Messaggero.



Recente è invece una videoconferenza in cui è stata condotta una ricognizione da parte di tre avvocati dello studio legale Gop, che si occupa di diritto societario, l’avvocato Manfredi Vita, che è ferrato invece in Antitrust, oltre al penalista Giuseppe Iannacone e al consulente di moda milanese Alessandro Marina. Riuscire a quantificare il danno economico riportato da Chiara Ferragni è un’impresa impossibile, perché non ci sono solo collaborazioni fermate: danni ha accusato anche l’attività social dell’influencer. Infatti, i post sponsorizzati e le storie su Instagram, che di solito comportano un introito di decine di migliaia di euro, ma in alcuni casi anche maggiore in base all’intesa, sono crollate.



IL PIANO DEI CONSULENTI DI CHIARA FERRAGNI PER SALVARE IL BRAND

Novità per quanto riguarda l’assetto azionario potevano esserci dieci mesi fa, quando ancora non era scoppiato lo scandalo del pandoro. Infatti, era in corso una trattativa da parte di Paolo Barletta e Lorenzo Castelli per la cessione della loro società di investimento Alchimia ad Avm Gestioni, guidata da Giovanna Dossena ma a cui partecipano diverse famiglie di imprenditori come Edoardo Tabacchi e Luca Bombassei. Ma è saltata in quanto l’acquirente non ha trovato le risorse necessarie, perdendo pure due milioni di euro di caparra. Quei negoziati risalgono a giugno 2023 e si basava sulla valorizzazione della Fenice srl di 75 milioni. A tal proposito, è bene precisare che gli scenari variano a seconda di come si evolvono le indagini della procura di Milano, visto che gli sviluppi potrebbero avere effetti differenti.



Stando a quanto riportato da Il Messaggero, l’obiettivo dei consulenti di Chiara Ferragni è ridare equilibrio economico finanziario alla sua società dopo la crisi dei ricavi, al momento del 40% circa. Peraltro, ci sono costi molto alti e gli stipendi di 30 dipendenti. Si sta cercando una via d’uscita per evitare la liquidazione, visto che altrimenti si rischierebbe una perdita nel prossimo triennio che potrebbe ammontare a 1-3 milioni. L’idea è, quindi, di trovare nuovi soci e reperire 5-6 milioni, visto che difficilmente gli attuali soci eserciterebbero il diritto di opzione. La proposta dei consulenti è che Chiara Ferragni bussi alla porta di Francesco Trapani per Vam Investment o Marco Bizzarri di Nessifashion con un passato da amministratore delegato di Gucci.