Si è chiuso definitivamente nella giornata di ieri – venerdì 26 luglio 2024 – lo scontro amministrativo tra Chiara Ferragni e l’Antitrust per il famoso (e criticatissimo) caso della presunta pubblicità ingannevole per il Pandoro venduto in accordo con Balocco: non si tratterebbe né di una vittoria, né di una sconfitta ed – anzi – rimane aperto ancora il capitolo potenzialmente più pericoloso per l’influencer; ovvero l’inchiesta aperta dalla Procura di Milano che potrebbe trascinarla in tribunale a difendersi dalle pesantissime accuse – ma ci arriveremo dopo – mosse dalla procuratrice generale milanese.
Rimanendo ancora un attimo sulla notizia di ieri: il Tribunale amministrazioni del Lazio ha pubblicato le sentenze di chiusura di entrambi i ricorsi presentati da Fenice Srl e Tbs Crew Srl – entrambe aziende riconducibili a Chiara Ferragni – lo scorso dicembre per opporsi alle maxi sanzioni (in totale più di 1 milione di euro) impartite dall’antitrust per il caso del pandoro Balocco; di fatto accogliendo la richiesta di – si legge nelle sentenze identiche, citate da alcuni media – “rinunciare agli atti della causa“, in comune accordo con “l’amministrazione intimata”.
In altre parole, le aziende dell’influencer hanno ritirato i loro ricorsi e il Tar laziale ha dichiarato “estinte” le due cause aperte contro l’Antitrust, confermando le sanzioni che furono già pagate a dicembre ma lasciando ‘libera’ da ulteriori processi l’influencer; mentre rimane ancora aperta la causa simile intentata da Balocco Spa contro la stessa Antitrust, con l’AD Alessandro che si dice “fiducioso di riuscire a dimostrare la nostra piena buona fede“.
Chiara Ferragni: ad ottobre la conclusione delle indagini penali per il caso del pandoro Balocco e delle uova Dolci Preziosi
Insomma: non una vittoria né una sconfitta per Chiara Ferragni, che ha concluso definitivamente il capitolo amministrativo saldando le sanzioni per il caso del pandoro Balocco; peraltro poco dopo aver pagato quello che lei stessa definisce “un contributo economico volontario, una donazione e non una sanzione” di 1,2 milioni di euro a favore dell’associazione ‘I bambini delle fate’ per l’analogo caso scoppiato attorno alle uova di Pasqua Dolci Preziosi.
Ma se si chiude il capitolo amministrativo, lo stesso non si può dire per quello penale intentato dai procuratori milanesi Eugenio Fusco e Cristian Barilli che ipotizzano – sempre su Chiara Ferragni, ma anche sull’ex manager Fabio Damato ed alcuni altri collaboratori – il reato di truffa aggravata sia per il pandoro Balocco, che per le uova Dolci Preziosi (ma non per le bambole Trudi o per i dolci Oreo).
Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre la procura milanese dovrebbe concludere le indagini e – nel caso fosse necessario – aprire il processo, dando all’influencer la possibilità di scegliere se patteggiare (dichiarandosi, di fatto, colpevole) oppure affrontare un durissimo scontro in tribunale; il tutto mosso dalle parole della pg Mariella De Masellis che ha riconosciuto nelle promozioni un profitto “ingiusto” ottenuto con “l’inganno” e che ha causato anche un “accresciuto consenso” attorno all’influencer grazia ad un “messaggio pubblicitario manipolatorio”.