Oltre ai contraccolpi legali, lo scandalo pandoro avrebbe avuto una ricaduta negativa per Chiara Ferragni anche in termini mediatici e social. A dimostrarlo, al netto del benservito che le sarebbe stato dato da diversi noti brand, sarebbero anche alcune anomalie registrate sul suo Instagram nei mesi successivi al caso Pink Christmas Balocco. In particolare, secondo quanto evidenziato dal programma FarWest di Salvo Sottile, le principali stranezze riguardano l’emorragia di follower che interessa l’account. 



Centinaia di migliaia di persone avrebbero abbandonato il profilo di Chiara Ferragni nelle fasi più concitate della bufera, ma quasi simultaneamente sarebbero entrati in scena profili sospetti che hanno fatto subito ipotizzare a un’operazione “salva-impero” per impedire il collasso della sua reputazione sul web. La trasmissione di Rai 3 ha analizzato l’ingresso dei nuovi follower sottolineando un dettaglio: molti senza foto, senza un proprio seguito, nomi strani e zero contenuti nella gallery. Insomma, qualcosa che odora di fake. “Questa è una situazione che a dicembre (quando è esploso il “pandoro-gate”, ndr) era quotidiana – ha commentato un esperto ai microfoni del format –. Una delle azioni che probabilmente qualcuno ha fatto sul suo profilo è quella di aver inserito dei follower non esattamente reali“. Ma quanto costa, in termini economici, una simile perdita online? Secondo l’intervistato, parecchio denaro: “Questi son soldi, sono contratti, non sono numeri quindi questa roba qua va salvaguardata a tutti i costi“.



Impero finanziario in declino? Quanto pesa (finora) la caduta libera nel dopo Ferragnez

Secondo i dati emersi a margine del pandoro-gate, Chiara Ferragni avrebbe perso circa 500mila follower in appena 3 mesi e questo si sarebbe tradotto in una perdita economica da capogiro, nonostante i numeri sembrino irrisori a fronte di un “bacino” di 29 milioni di seguaci su Instagram. Nello stesso periodo, Chiara Ferragni avrebbe visto andare in fumo qualcosa come 5 milioni di euro, e secondo alcuni sarebbe soltanto l’inizio di un declino inarrestabile del suo impero finanziario.

Il fatturato di Chiara Ferragni, anche a seguito della separazione da Fedez e della fine del sogno “Ferragnez” (nonostante i conti fossero indipendenti, stando alle indiscrezioni), avrebbe subito importanti ammaccature non ancora compiutamente quantificabili, e l’orizzonte non sembrerebbe dei più rosei con l’addio di noti brand e collaboratori che avrebbero scelto di prendere le distanze da lei. Da quando tutto è iniziato, per contenere il danno d’immagine la strategia social di Chiara Ferragni sarebbe cambiata nettamente: meno post, a costo di guadagnare cifre inferiori, ma più messaggi “alla pancia” del suo pubblico per spingere sull’engagement.



Com’è cambiato il profilo Instagram della fashion blogger

Parallelamente al cambiamento radicale nella vita privata dovuto alla crisi con Fedez, sui social di Chiara Ferragni si è verificata una sorta di rivoluzione che ha avuto come primo effetto quello di una sostanziale modifica nella frequenza di pubblicazione dei contenuti. A pesare (moltissimo) sugli equilibri dorati delle sue società sarebbe stata anche la multa di un milione di euro dell’Antitrust, un colpo che avrebbe spinto verso la necessità di un riassetto del suo impero pure nella galassia dell’online.

Chiara Ferragni avrebbe quindi virato su una minore quantità di post quotidiani, addirittura fino a ridurli a 3-4 a settimana dopo il famoso video di scuse a margine dello scandalo pandoro, e il cambiamento avrebbe riguardato anche il tipo di contenuti. Da quelli promozionali si è passati ad un tenore più “intimo” sulla sua sfera personale nel dopo Ferragnez, con scatti e storie Instagram quasi fugaci, i figli sempre di spalle e frasi quasi sempre in inglese. Anche quest’ultima scelta, secondo alcuni osservatori, sarebbe dovuta alla presunta tattica di “attesa”: mentre aspetta che passi la tormenta, per riconquistare la fiducia dei follower italiani, Chiara Ferragni starebbe puntando a consolidare i consensi all’estero dove, forse, l’eco mediatica della vicenda che ha travolto la sua immagine sarebbe meno dirompente…