La seconda ristampa del suo volume di successo ma anche il rinnovato interesse per quella Popsophia che è anche il nome del Festival Internazionale di Filosofia del Contemporaneo di cui è direttrice, oltre al titolo di “Marchigiana dell’Anno” attribuitole qualche anno fa: il ritorno di “Chiara Ferragni. Filosofia di una influencer” di Lucrezia Ercoli è stata l’occasione per la 32enne maceratese di discutere sul quotidiano “la Stampa sulla seconda edizione del suo best seller in cui viene fatta un’analisi decisamente controcorrente dell’imprenditrice cremonese e moglie di Fedez, personaggio diventato un modello per milioni di persone in tutto il mondo e capace di far discutere a ogni sua uscita pubblica. “Se Roland Barthes fosse vivo oggi includerebbe Chiara Ferragni nei suoi ‘Miti d’oggi’” esordisce la Ercoli che tira in ballo pure Aristotele a proposito del successo della tragedia greca come cartina al tornasole per capire i propri tempi. “Lei è un personaggio da analizzare, in lei si incarna un pensiero contemporaneo che comprende la filosofia della felicità e della bellezza. Nel mio libro tento di guardarla da più punti di vista” continua la Ercoli citando ad esempio lo scatto che immortala la Ferragni accanto alla Venere di Botticelli in cui “propone una democratizzazione del museo e mette in discussione le nostre categorie estetiche”.



LUCREZIA ERCOLI E IL SAGGIO SU CHIARA FERRAGNI: “E’ UNO DEI MITI D’OGGI PERCHE’…”

Nell’intervista al quotidiano torinese, Lucrezia Ercoli definisce la Ferragni “una giovane donna che vive una favola neoromantica, al contrario di tante icone che propongono una vita spericolata il suo modello non è eversivo ma rassicurante e propone un ritorno al matrimonio, alla monogamia”, spiegando che nel momento in cui questi frammenti di quotidiano entrano a far parte delle Stories su Instagram fanno parte comunque di una narrazione codificata e con precise regole. Ma quale è la chiave allora? “Il segreto della sua viralità resta un mistero: gli ingredienti fondamentali sono la sua intelligenza, il carisma, la capacità di aver individuato per prima il fenomeno” dice la filosofia secondo cui quello della Ferragni è una sorta di bildungsroman, “un viaggio per realizzarsi, lo spettatore, come un lettore, la segue mentre lei vive il suo sogno americano col lieto fine, col suo principe azzurro”. E sulla maggiore ‘responsabilità sociale’ mostrata di recente dai Ferragnez.



“È una svolta importante perché dimostra che l’influencer può far acquistare prodotti ma anche assumere comportamenti” rileva la Ercoli che apprezza il modo in cui hanno veicolato i messaggi durante la pandemia positivi e unificanti. “I Ferragnez sono la famiglia reale italiana, con la differenza che il loro matrimonio è rimasto chiuso ai media tradizionali” rileva concludendo che Chiara e il compagno sono rispettivamente la Bella e la Bestia (tranquillizzante lei, eversivo lui) in modo da unire tutto il pubblico con le due metà complementari che esaltano la dimensione domestica e l’esibizione della vita propria. Ma avverte: “Anche se resta una illusione quella di conoscere tutto il suo privato…”.

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