CHIARA FERRAGNI, SPUNTA UN ALTRO GIALLO

Mentre i suoi legali lottano per ottenere l’archiviazione del caso pandoro Balocco e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi ed evitare il processo, spunta un altro giallo su Chiara Ferragni. Ne parla Open, facendo riferimento a quattro pagine secretate presenti nel verbale del Cda di Fenice srl risalente a fine ottobre, in cui è riportata la decisione dell’influencer e dei suoi soci di nominare il manager Claudio Calabi, 76 anni, esperto nel ristrutturare società in crisi. Quel verbale si trova attualmente in Camera di commercio, ma a destare perplessità è la presenza di numerosi omissis, oltre al fatto che non si sa nulla della situazione finanziaria della società, di cui non si ha neppure il bilancio di esercizio dell’anno scorso.



Secondo Open, la chiusura del negozio di Milano e quello online indicherebbero come la situazione finanziaria sia complicata, anche se non ci sono numeri a fare chiarezza sulla crisi. Tornando alla nomina di Calabi, sorprende anche il fatto che non abbia preteso alcun compenso, nonostante sia diventato amministratore unico, visto che dalle cariche si erano dimessi Paolo Barletta e la stessa imprenditrice digitale, oltre agli altri consiglieri. Niente compenso, come indicato nero su bianco da Chiara Ferragni, a parte un rimborso spese a fronte di un giustificativo idoneo.



In merito invece agli omissis, l’ipotesi di Open è che sia stato oscurato l’oggetto della discussione. Comunque, gli omissis avrebbero messo in imbarazzo il manager, visto che giorni dopo ha depositato alla Camera di commercio una dichiarazione in cui attesta che le parti omesse “non contrastano con le parti dello stesso Verbale“. Ma comunque resta il giallo degli omissis.

CASO PANDORO E UOVA, DEPOSITATA MEMORIA DIFENSIVA

Per quanto riguarda il caso pandoro Balocco e delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi, i legali di Chiara Ferragni hanno depositato una memoria difensiva alla procura di Milano. L’obiettivo è arrivare all’archiviazione dell’accusa di truffa aggravata, evitando il processo. La tesi è che l’influencer non ha commesso alcuna truffa, inoltre ha chiuso il fronte amministrativo dei casi ed effettuato i versamenti all’ospedale Regina Margherita di Torino e all’associazione Bambini delle fate.



Per la difesa, tale vicenda non ha rilevanza penale e i profili controversi sono stati affrontati e risolti con l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Nella memoria viene anche contestata la procedibilità della presunta truffa, visto che non ci sono querele da parte dei consumatori. Spetta alla procura decidere se disporre la citazione diretta in giudizio di Chiara Ferragni, peraltro sono attese anche le memorie difensive degli altri indagati, l’ex collaboratore Fabio Damato, l’ad Alessandra Balocco dell’omonima azienda e Francesco Cannillo, presidente di Crealitalia-ID.