Il procedimento avviato dall’Antitrust nei confronti della Balocco Industria Dolciaria per pratica commerciale corretta è stata estesa anche a Chiara Ferragni. In particolare, alle società Fenice e TBS Crew, che sono riconducibili all’influencer. La vicenda riguarda l’iniziativa commerciale chiamata “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino“, per la quale l’Autorità aveva comunicato in data 14 giugno l’avvio di una istruttoria. Ad annunciarlo è la stessa autorità garante della concorrenza e del mercato, precisando che nella giornata di mercoledì 19 luglio i suoi funzionari hanno eseguito ispezioni nelle sedi di Fenice e di TBS Crew con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.



Per l’Antitrust, il modo in cui veniva presentata l’iniziativa di vendita dei pandori con l’immagine di Chiara Ferragni per l’ospedale Regina Margherita poteva indurre in errore i consumatori, perché potevano pensare di contribuire alla donazione in favore dell’ospedale. Invece, la società aveva già deciso l’ammontare a prescindere dall’andamento delle vendite del prodotto.



CHIARA FERRAGNI E IL “CASO DEL PANDORO” BALOCCO

Fenice srl è la società che detiene Chiara Ferragni Brand e si occupa del business legato a tutte le licenze legate al marchio. Stando a quanto riportato da Fanpage, recentemente è stata valutata 75 milioni di euro nel complesso. I pandori ad edizione limitata furono annunciati l’inverno scorso anche e soprattutto grazie alla sponsorizzazione di Chiara Ferragni attraverso le sue pagine social. La campagna in questione intendeva sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing, a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino.



Ma per l’Agcm, le modalità con cui è stata presentata l’iniziativa potevano indurre in inganno il consumatore, facendo leva sulla sensibilità per aumentare gli acquisti e dunque sostenere la causa. Ma a quanto pare Balocco, in realtà, aveva già fissato mesi prima del lancio del prodotto una cifra fissa da devolvere in beneficenza, e dunque indipendentemente dall’andamento delle vendite del prodotto.