Gessica Notaro difende Chiara Ferragni: la cover di L’Espresso divide il web

Gessica Notaro scende in campo nelle ore segnate dalla celebrazione della giornata internazionale della donna e i suoi diritti, a difesa di Chiara Ferragni, che viene dipinta come Joker. Il riferimento della presa di posizione a difesa di Chiara Ferragni, in un messaggio dell’attivista sui social Gessica Notaro, é alla copertine del nuovo numero che L’Espresso realizza servendosi del volto della cremonese, tra le prime in Italia a portare in alto la bandiera delle influencer nel mondo e a dettare tendenze di risonanza global, in particolare attraverso l’attività di stilista.



“Chiara ha sbagliato, ma questa
copertina e’ di una VIOLENZA UNICA- sentenzia Gessica Notaro nel suo post via Instagram, a margine della cover che la testata giornalistica L’Espresso riserva a Chiara Ferragni, dipingendola come il controverso personaggio Joker, stravolgendone la fisiognomica, proprio mentre si scrivono pagine e pagine per la giornata della donna dell’8 marzo e i suoi diritti-. Proprio voi che eleggendo la sorella di Giulia Cecchettin “Donna dell’Anno” avevate fatto un bellissimo gesto dimostrando grande
rispetto verso questo tema -prosegue il messaggio social di contestazione -ora commettete uno sfregio di tale bassezza? VERGOGNATEVI”. Il messaggio di reaction avversa, poi, prosegue a difesa a spada tratta di Chiara Ferragni: “VI DOVETE
VERGOGNARE”.



La cover della discordia e il content dell’inchiesta tracciata da L’espresso

Quella che dovrebbe essere la nuova copertina de “L’Espresso”, in uscita come di
consueto il venerdì, e questa volta a cadenza di rilascio alla Giornata internazionale dei diritti delle donne, fa ora parecchio discutere dividendo l’opinione dell’occhio pubblico nel web. L’oggetto del thread di discussione online chiaramente é la “satira” su Chiara Ferragni, con il volto trasformato nelle sembianze di Joker al femminile. La testata avrebbe maturato questa scelta editoriale per dare voce alla fase di inchieste sulla trasparenza delle aziende e non solo di Chiara Ferragni, dipingendola come l’inquietante pagliaccio, o per meglio dire il noto personaggio DC Comics. Chiara Ferragni é coinvolta in diverse inchieste e in mancanza di una sentenza al processo, intanto, la stampa dà l’influencer in pasto all’occhio pubblico come il mostro da eliminare, nelle ore in cui la donna andrebbe rispettata come persona, al di là di un errore commesso.



L’inchiesta analizzata tra le pagine della testata sviluppa una serie di eventi e movimenti di capitali, dove la giornalista ricostruisce una trama fitta fatta di azioni e passaggi societari che coinvolgerebbero Chiara Ferragni. Oltre all’affaire pandoro Balocco, le uova Dolci Preziosi e ai sospetti follower falsi, al centro delle indagini della Procura di Milano sono ora anche i movimenti nella galassia delle aziende sul conto della cremonese. Appena atterrata in America, a New York, Chiara Ferragni appare provata tra le Instagram stories in una sospetta reaction affranta per la cover che la dipinge come il nuovo Joker: “Sono appena arrivata a New York, sono qua per lavoro per qualche giorno. Volevo ringraziarvi tutti perché ho ricevuto centinaia di messaggi per quella bellissima cover che è stata fatta”.

L’inchiesta di L’Espresso parte dall’analisi della Tbs Crew, la società operativa di Ferragni che gestisce The Blonde Salad e altre attività. A fronte di introiti finanziari cospicui nel 2022, con un fatturato di 14,5 milioni di euro e utili di 5,1 milioni, al di sotto dell’aspettativa é il costo dei dipendenti, solamente 16, e risulta di soli 67 mila euro a testa (contributi e tfr compresi). Poi, la testata avanza la scoperta di una moltiplicazione delle quote societarie al 145%.
Un’altra società che finisce in analisi è la Fenice Srl, licenziataria del marchio Chiara Ferragni e gestore di altre attività, in particolare nel sospetto coinvolgimento indiretto della stessa nel dissesto finanziario dell’Enpapi, l’ente previdenziale degli infermieri.
E poi ancora, tra gli altri elementi sotto la lente d’ingrandimento, la società Sisterhood emerge come una delle più stimabili in quanto influenti e ricche nell’universo societario di Chiara Ferragni: «Qui i dipendenti sono due e costano 15 mila euro una miseria, la perizia indica che il valore di Tbs è di 1,7 milioni di euro, mentre il conferimento alla Sisterhood è di 10 mila euro, con un sovraprezzo di 995 mila euro». In quest’ottica, inoltre, per ciò che concerne l’affaire Chiara Ferragni, difesa da Gessica Notaro, la rescissione di contratti (Coca Cola, Safilo, Pantene), con alcuni brand potrebbe mettere in pericolo la redditività futura della società. La presenza di Diego Della Valle come collaboratore (Ferragni è nel cda di Tod’s) darebbe man forte alla cremonese, anche se le sorti della bionda icona sarebbero ora più che mai incerte nel mondo del social marketing e la comunicazione. Last but not least, l’inchiesta farebbe luce anche su La Ferragni Enterprise, detentrice di un super-attico di extra lusso sito in quel di Milano, dove risiede la family Ferragnez (ed é stimato 10 milioni di euro il costo dell’abitazione).