Prosegue il lavoro della procura di Milano sulle ipotesi di reato in capo a Chiara Ferragni, indagata per truffa aggravata. Il nuovo capitolo di questa saga è rappresentato dai follower dell’influencer su Instagram. Sul tema, stando a quanto riportato dalla Verità, c’è un’informativa della Guardia di Finanza. Inoltre, nei prossimi giorni dovrebbero essere sentiti i primi testimoni. Nei corridoi del Palazzo di giustizia meneghino si vocifera che uno in particolare potrebbe aiutare la procura, tanto che viene considerato un teste chiave, «una gola profonda capace di raccontare dall’interno come funziona per davvero il mondo Ferragni». Per quanto riguarda i follower, l’inchiesta potrebbe dunque allargarsi, perché l’analisi dei seguaci e del possibile acquisto di pacchetti di follower per aumentare il proprio pubblico consentirebbe di capire la reale forza contrattuale del gruppo Ferragni, visto che i suoi 29 milioni di seguaci sono fondamentali negli accordi con le aziende.
Più follower? Maggiore profitti. Non a caso il Codacons aveva depositato un nuovo esposto facendo esplicito riferimento a «profili fake e truffa». Secondo Inbeat.co, piattaforma di influencer marketing, i follower sospetti dell’imprenditrice digitale arriverebbero addirittura a 11 milioni, tra quelli inattivi e veri e propri “fake”. In pratica il 41% sarebbe stato falso o «dormiente». Ora ne vengono calcolati 13,2 milioni contro 16,2 reali, ma la Verità sottolinea che non è chiaro se la stima di Inbeat sia veritiera o possa essere compromessa dal fatto che Chiara Ferragni ha bloccato molti commenti sul suo profilo.
INCHIESTA CHIARA FERRAGNI: AL SETACCIO I FOLLOWER SOSPETTI
Ma anche altri analisti contesta questo volume e diversi siti specializzati hanno messo in dubbio la genuinità del volume di interazioni del profilo di Chiara Ferragni. Tutti questi elementi sono da verificare nel procedimento penale. Il Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza da pochi giorni ha ricevuto una delega dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli per esplorare questo nuovo fronte di indagine. Infatti, Repubblica riferisce che la Finanza userà una squadra di specialisti informatici e ingegneri.
Questa analisi porterà a incrociare i dati sui livelli di interazione dei profili, sulla provenienza geografica dei post e dei loro autori, per arrivare a isolare il possibile pacchetto di utenti che rientrano nel segmento “fake” o “inattivo”. Si tratta di un esame complesso da cui potrebbero emergere pacchetti di follower dalle caratteristiche e dalle interazioni simili. Anche per questo vengono ritenute utili anche le testimonianze che potrebbero arrivare da un gruppo di collaboratori impegnati negli anni nelle campagne social e nella gestione del profilo di Chiara Ferragni.