LE PRIME DICHIARAZIONI DI CHIARA FERRAGNI
Chiara Ferragni rompe il silenzio e rilascia le prime dichiarazioni dopo l’ipotesi di truffa del caso Balocco. “Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile”, ha commentato Chiara Ferragni.
“Sono, invece, profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero”, ha aggiunto Ferragni (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
CHIARA FERRAGNI: SPUNTA L’IPOTESI DI TRUFFA
Chiara Ferragni è indagata per il caso Balocco: l’influencer è stata iscritta nel registro degli indagati per truffa aggravata dalla minorata difesa. Oltre all’imprenditrice digitale, risulta indagata anche Alessandra Balocco, presidente e amministratore delegato della società che produce il pandoro. Lo rivela Repubblica, spiegando che è quanto emerge dall’inchiesta con al centro la vicenda del pandoro Pink Christmas prodotto dall’azienda piemontese. A decidere l’iscrizione è stato il procuratore aggiunto Eugenio Fusco.
La procura di Milano, insieme al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, lavora sull’ipotesi della minorata difesa. Si tratta di una formula tecnica che considera il consumatore in una posizione di “minore difesa” rispetto al venditore per aver ricevuto il messaggio ingannevole per via telematica, cioè tramite le piattaforme social usata da Chiara Ferragni. Ora l’influencer, come Alessandra Balocco e altri manager delle aziende che hanno curato l’operazione, verranno sentite dal pm Fusco per fornire la loro versione dei fatti e consentire agli investigatori di ricostruire la precisa genesi del contratto. (agg. di Silvana Palazzo)
CHIARA FERRAGNI, INCHIESTA SU PANDORO BALOCCO VERSO L’IPOTESI DI TRUFFA
Si va verso l’ipotesi di truffa nell’inchiesta sul pandoro Balocco “griffato” Chiara Ferragni. La prospettiva accusatoria dell’indagine potrebbe subire una modifica importante, stando a quanto emerso dalla relazione depositata in data 8 gennaio dalla Guardia di Finanza presso la procura di Milano. Il fascicolo è stato aperto senza indagati e titoli di reato, ma l’ipotesi di reato, ancora da formulare, potrebbe passare da frode in commercio a truffa dopo l’analisi di una serie di email finite nelle carte acquisite negli uffici dell’Antitrust.
Stando a quanto riportato da Milano Finanza, gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf meneghina hanno depositato una prima annotazione, seguita da una serie di allegati, al procuratore aggiunto Eugenio Fusco. Tale informativa riguarda, dunque, la vicenda del pandoro Balocco, per il quale è intervenuta l’Antitrust con una maxi multa per pubblicità ingannevole in materia di beneficenza nei confronti di Chiara Ferragni e dell’azienda di Cuneo, produttrice del dolce natalizio Pink Christmas.
CHIARA FERRAGNI, CASO PANDORO BALOCCO: EMAIL APRONO NUOVI SCENARI
Valorizzate, dunque, alcune email scambiate per pianificare la campagna di promozione del pandoro. L’annotazione della Guardia di Finanza, dunque, apre nuovi scenari e potrebbe portare all’ipotesi di reato di truffa. Stando alle informazioni disponibili, spiega Milano Finanza, si ritiene probabile che presto si possa procedere con le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Inquirenti e investigatori sono a lavoro su un reato complesso, perché nell’inchiesta ci sono i temi del presunto profitto illecito e del danno ai consumatori da valutare come elementi per configurare l’ipotesi di truffa.
Nel frattempo, prosegue il lavoro di altre procure che hanno aperto fascicoli analoghi, senza ipotesi di reato né indagati, dopo gli esposti del Codacons. Tali procure hanno contattato i magistrati milanesi annunciando che trasmetteranno loro gli atti. Nell’inchiesta di Milano, oltre al pandoro della Balocco e alle uova di Pasqua di Dolci Preziosi, saranno esaminate situazioni simili, cioè altre vendite di prodotti griffati Chiara Ferragni con scopi solidali, come la bambola Trudi.