Trudi precisa: “Nessuna collaborazione a scopo benefico con Chiara Ferragni”

Dopo la precisazione arrivata questa mattina da parte di Mondelez Italia che detiene il marchio Oreo, anche Trudi ci ha tenuto a rispondere alla Codacons sul caso che riguarda Chiara Ferragni. L’influencer, infatti, è finita al centro di un’ampia inchiesta che sta prendendo in esame tutte le sue vendite promozionali degli anni passati per le quali, come sul pandoro realizzato con Balocco, aveva dichiarato l’intenzione di donare interamente o parzialmente i ricavati ad associazioni benefiche.



Trudi, esattamente come Oreo, in un comunicato ha chiarito di essere “estranea a qualsiasi attività di beneficenza o altra iniziativa sviluppata autonomamente da Tbs Crew – Chiara Ferragni”. Si precisa anche che “packaging e bambola stessa non hanno mai riportato alcuna comunicazione riferente ad azioni di beneficenza o altro” e si dicono disposti a fornire tutte le prove utili a dimostrare la loro posizione, ovviamente solo a Codacons o agli inquirenti. Trudi, sulla vicenda di Chiara Ferragni, puntualizza anche che la collaborazione era stata avviata nel 2018 dalla precedente gestione aziendale, sottolineando ancora una volta che il contratto era “esclusivamente per lo sviluppo e la produzione” delle bambole, mentre in chiusura si dicono pronti a “intraprendere eventuali azioni legali qualora si riscontrasse un prosieguo di notizie errate e fuorvianti a danno del marchio stesso”.



Sulla collaborazione tra Trudi e Chiara Ferragni, inoltre, ad inizio mese la trasmissione ‘Zona bianca’ si era messa in contatto con l’amministratrice delegata di Stomp Out Bullying, ovvero l’associazione che avrebbe dovuto ricevere la donazione. Contattata tramite LinkedIn, Ross Ellis aveva chiaramente detto che “non sappiamo chi sia questa donna e non abbiamo mai ricevuto una donazione”. Tbs Crew, invece, dopo lo scoppio del Pandoro Gate e le prime indagini anche sui rapporti tra Chiara Ferragni e Trudi, aveva rilasciato un comunicato nel quale si sottolineava che “i ricavati derivanti dalle vendite di tale bambola sono stati donati all’associazione nel luglio del 2019“. (Agg di Lorenzo Drigo)



Chiara Ferragni-Oreo, Mondelez Italia chiarisce gli accordi con la celebre influencer

Anche la società Mondelez Italia, che detiene il celebre marchio Oreo, risponde alle richieste di chiarimenti del Codacons riguardo a un’iniziativa benefica avviata da Chiara Ferragni nel 2020. La richiesta del Codacons si riferisce a una capsule collection creata in collaborazione con Oreo, chiamata “Capsule Collection limited edition Chiara Ferragni by Oreo”. L’imprenditrice aveva annunciato in alcuni post su Instagram che l’intero ricavato delle vendite di questi capi sarebbe stato destinato a iniziative contro il coronavirus.

La risposta di Mondelez Italia Services Srl chiarisce che l’accordo di collaborazione tra Oreo e Chiara Ferragni prevedeva la creazione di un packaging in edizione limitata per i biscotti Oreo Double. Questi erano in vendita da marzo 2020 per un breve periodo e avevano lo stesso prezzo del prodotto standard. Negli accordi vi era anche la creazione di una capsule collection di abbigliamento a marchio Oreo by Chiara Ferragni.

Chiara Ferragni ancora nel mirino dell’Associazione dei Consumatori dopo il pandoro gate

Importante sottolineare che questa collaborazione non prevedeva alcun accordo di beneficenza. Mondelez Italia, infatti, spiega che Chiara Ferragni ha autonomamente deciso, al di fuori dell’accordo commerciale, di donare il ricavato dalla vendita, almeno della parte della capsule collection di sua disponibilità, in beneficenza. A seguito di questa decisione, anche Oreo aveva scelto di donare a Cesvi per l’emergenza Covid. Dunque Chiara Ferragni avrebbe “deciso autonomamente” e “la collaborazione sopra descritta non prevedeva alcun accordo di beneficenza“, secondo la nota azienda.

Mondelez Italia, infatti, ribadisce che la collaborazione originaria non prevedeva obblighi beneficenti invitando a rivolgersi direttamente a Chiara Ferragni per ulteriori dettagli. Il Codacons, dopo aver ricevuto queste spiegazioni, ha chiesto informazioni più dettagliate alle società della Ferragni e al Ministero del lavoro. In caso di mancata risposta, l’Associazione dei consumatori minaccia una nuova denuncia contro l’influencer.