C’è un piano per provare a salvare la società Fenice, che detiene i marchi di Chiara Ferragni, ma non mancano gli screzi e le tensioni. Già il via libera all’aumento di capitale è stato complicato, perché arrivato con il voto favorevole dell’influencer e del socio Paolo Barletta, rispettivamente con le loro società Sisterhood e Alchimia, mentre Pasquale Morgese ha votato contro l’iniezione da 6,4 milioni di euro. Per l’imprenditore pugliese manca la continuità aziendale.
Le tensioni si evincono anche dal verbale della riunione dei soci, perché Morgese e il suo legale hanno contestato la “carenza di documenti” e la mancanza del bilancio della partecipata Fenice Retail, motivo per il quale si sono riservati la possibilità di passare alla via giudiziale e hanno chiesto che il bilancio non venisse approvato. L’amministratore unico, stando a quanto ricostruito dal Corriere della Sera, ha respinto tale richiesta.
I DUBBI DEL SOCIO MORGESE
Ma Morgese ha lamentato anche delle svalutazioni importanti dei crediti della controllata nel bilancio 2023, peraltro approvato con ritardo. L’imprenditore ha chiesto perché anche l’anno scorso sia stato erogato credito alla partecipata, che è stato poi svalutato di nuovo, e perché nel budget di quest’anno sono riportati costi della partecipata, a partire dai dipendenti.
I dubbi dell’imprenditore pugliese sono molti: riguardano anche i fondi rischi, le spese legali, la prudenza nella redazione del bilancio, di cui si contesta la veridicità e la carenza, appunto, della documentazione.
Dal canto suo, Calabi ha contestato a Morgese l’attività di controllo invasiva, accusandolo di aver mosso richieste “strumentali e pretestuose“, che sarebbero mosse da “interessi in conflitto con quelli della società“. Il bilancio alla fine è stato approvato, così come l’aumento di capitale, ma restano le tensioni con Morgese.
IL PIANO DI CHIARA FERRAGNI PER RILANCIARE FENICE
Nel frattempo, Chiara Ferragni è concentrata sul piano di rilancio di Fenice, tanto che è disposta a versare personalmente, in caso di necessità, i 6,4 milioni di euro dell’aumento di capitale. Un messaggio forte quello lanciato dall’imprenditrice digitale, anche perché il socio di minoranza Pasquale Morgese non parteciperà alla ricapitalizzazione per il suo 27,5%, ma per una parte, così pure Alchimia di Paolo Barletta, che detiene il 32,5%.
Stando a quanto riportato da Milano Finanza, la società Sisterhood di Chiara Ferragni sarebbe disponibile a farsi carico della parte inoptata e ha espresso l’intenzione di arrivare alla maggioranza dell’azienda travolta dallo scandalo pandoro. Sullo sfondo restano le mosse di Morgese, che potrebbe impugnare il bilancio o procedere contro Barletta e Ferragni.